Il virologo: "Attenti a non fare come Singapore, dove nella fase 2 il virus è tornato a colpire"
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Il virologo: "Attenti a non fare come Singapore, dove nella fase 2 il virus è tornato a colpire"

Fabrizio Pregliasco pensa ad una riapertura differenziata. E cita la città-stato nella quale l'epidemia è stata controllata ma poi ha avuto un'impennata"

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21 Aprile 2020 - 09.22


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Attenti agli entusiasmi o alla voglia di mettersi tutto troppo facilmente alle spalle.
“Gli ultimi dati sono molto incoraggianti in vista della fase 2, ma attenzione a riaprire troppo i rubinetti: c’è il rischio di un ‘effetto Singapore'”.
Il monito arriva dal virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco, che ricorda come “Singapore avesse controllato molto bene l’epidemia nella prima fase, ma ora si è ritrovata con un’impennata di casi legati ai dormitori che ospitano lavoratori stranieri. I rubinetti – dice il virologo – sono stati aperti troppo, ed evidentemente senza i giusti controlli: nel nostro Paese penso sarebbe opportuna una riapertura a più velocità. Partirebbero prima le regioni in cui la situazione appare sotto controllo, e in un secondo tempo aree come Lombardia e Piemonte, ma anche Marche e Puglia”.
“Mi rendo conto che questo non sarà facile, ma è pressante che a livello territoriale si dimostri la capacità di identificazione e assorbimento dei nuovi casi che potranno manifestarsi con le aperture. ‘Covid free’ al momento è un modo di dire ed è un obiettivo molto difficile”, sottolinea il virologo. Quanto alle scuole, che alcuni Paesi europei come Germania e Francia intendono riaprire, “non sono affatto convinto che sia una scelta giusta. Non è vero – sottolinea il virologo – che i bambini sono immuni o che non trasmettono il virus. Poi c’è il fatto che il ritorno a scuola metterebbe in circolo una massa di persone, tra genitori, insegnanti, addetti, personale. Anche se non è facile far tornare al lavoro i genitori e tenere i bambini a casa, come si fa? Ci sono aspetti sociali di cui tenere conto, e serve una flessibilità che consenta alle famiglie di affrontare la fase 2 senza entrare in crisi”.
Fondamentale, secondo Pregliasco, organizzarsi bene in vista di una seconda ondata di Covid-19: il periodo più temuto è il prossimo autunno-inverno. “Questo virus era sconosciuto e ci ha travolti, ora abbiamo imparato molte lezioni ed è fondamentale farci trovare preparati. Pensiamo alla vaccinazione antinfluenzale e anti-preumococcica per tutti, o almeno per le età più a rischio: non proteggono da Covid-19 ma almeno eviteranno dubbi diagnostici”.

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Quanto alle molte ipotesi diverse sulla riapertura delle attività dopo il lockdown, a livello regionale ma anche a livello internazionale, “la verità è che non c’è un’indicazione scientifica univoca su come ‘riaprire i rubinetti’. E’ una scelta di responsabilità politica, che per quanto riguarda l’Italia deve essere condivisa con le regioni, per evitare fughe in avanti che possono rivelarsi dannose per tutti. Ne stiamo uscendo – conclude Pregliasco – ma il virus non è sconfitto”.

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