Spazio, fotografato il bersaglio cosmico
Top

Spazio, fotografato il bersaglio cosmico

Il satellite Swift ha immortalato il buco nero V404 Cygni, circondato da anelli concentrici di raggi X, generati mentre divora una stella

Spazio, fotografato il bersaglio cosmico
Preroll

Desk3 Modifica articolo

10 Luglio 2015 - 21.11


ATF

A prima vista sembra un bersaglio rosso sospeso nell’universo, ma in realtà si tratta del buco nero V404 Cygni, il più attivo mai visto nella nostra galassia. Si trova al centro dei cerchi concentrici fotografati dal satellite Swift, prodotti dalla ‘eco’ dei raggi X generati dal buco nero mentre ‘divora’ una stella simile al Sole. La sequenza di foto fatte in giorni diversi si deve ai ricercatori guidati da Andrew Beardmore, dell’università britannica di Leicester.

Balzato alle cronache appena un mese fa quando ha improvvisamente iniziato a emettere una grande quantità di raggi X e gamma, il buco nero V404 Cygni regala ora una splendida immagine di sé.

Visto con il telescopio spaziale a raggi X della Nasa Swift, realizzato in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Consiglio britannico per le ricerche di Astronomia e Fisica delle particelle (Pparc), sono visibili degli anelli concentrici che si estendono per circa un terzo della dimensione apparente della luna piena.

La sequenza delle foto mostra l’espansione e la dissolvenza graduale degli anelli, un fenomeno che potrebbe essere dovuto a una sorta di eco prodotta dall’incontro dei raggi X con le polveri che circondano il buco nero.

V404 Cygni, che in questi giorni è l’oggetto più ‘brillante’ della Via Lattea, è in realtà un sistema binario composto da una stella grande come il nostro Sole e chiamata V404 Cygni e dal buco nero GS2023+338, la cui massa è 10 volte superiore a quella del Sole. Si tratta del buco nero conosciuto più vicino alla Terra, distante 8.000 anni luce, e la sua scoperta risale al 1989, quando attraversò un periodo di attività. Da allora è rimasto spento, scomparendo completamente alla vista dei nostri telescopi fino allo scorso 15 giugno.

Native

Articoli correlati