Lavoro femminile, la Cgil: "Divario di genere ancora profondo, le politiche del governo Meloni sono fallimentari"
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Lavoro femminile, la Cgil: "Divario di genere ancora profondo, le politiche del governo Meloni sono fallimentari"

Lavoro femminile, la Cgil: «Da tempo denunciamo l'assenza di politiche e relativi investimenti in grado di abbattere i divari di genere, in particolare quelli occupazionali e salariali. Assenza che riscontriamo anche nella legge di bilancio 2024».

Lavoro femminile, la Cgil: "Divario di genere ancora profondo, le politiche del governo Meloni sono fallimentari"
Giorgia Meloni sul palco della Cgil
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3 Gennaio 2024 - 14.57


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La segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione, ha lanciato un appello alle istituzioni dopo la pubblicazione del dossier sull’occupazione femminile, che ha palesato ancora profonde differenze nel trattamento tra uomini e donne.

«Il dossier della Camera sull’occupazione femminile conferma le nostre preoccupazioni. Da tempo denunciamo l’assenza di politiche e relativi investimenti in grado di abbattere i divari di genere, in particolare quelli occupazionali e salariali. Assenza che riscontriamo anche nella legge di bilancio 2024».

A proposito della legge di bilancio appena varata dal Parlamento, per la dirigente sindacale «occorrevano investimenti mirati a creare nuova occupazione ed era necessario vincolarne una percentuale all’assunzione delle donne, condizionalità prevista dal Pnrr, ma anche investire sui servizi pubblici, a iniziare dal sistema educativo per la fascia 0-6, per far sì che la genitorialità diventi un valore sociale. È inutile finanziare i bonus nido se poi i nidi non ci sono dove servirebbero di più, ad esempio nel Mezzogiorno. Il fatto che una donna su cinque smetta di lavorare per problemi di conciliazione o per una valutazione di carattere economico evidenzia come questo Governo, nonostante i tanti proclami, stia fallendo anche da questo punto di vista». 

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Per la segretaria confederale della Cgil «è arrivato il momento di introdurre un congedo obbligatorio di paternità paritario: l’Italia ha scelto dieci giorni a differenza delle sedici settimane della Spagna. È evidente che questi pochi giorni non potranno fare la differenza per la piena condivisione delle responsabilità famigliari e per contrastare efficacemente la discriminazione in entrata nel mondo del lavoro, di cui le donne sono ancora vittime». 

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