Premierato, il costituzionalista Ceccanti: "Riforma contraddittoria, si rischiano conflitti col Quirinale"
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Premierato, il costituzionalista Ceccanti: "Riforma contraddittoria, si rischiano conflitti col Quirinale"

Premierato, Ceccanti: «E’ come se il centrodestra avesse voluto dare l'idea che con l'elezione diretta il premier può prendersi poteri che non gli sono conferiti anche a costo di continui conflitti pure con il Capo dello Stato». 

Premierato, il costituzionalista Ceccanti: "Riforma contraddittoria, si rischiano conflitti col Quirinale"
Stefano Ceccanti
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9 Novembre 2023 - 10.42


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Il costituzionalista Stefano Ceccanti, ex parlamentare del Pd, in un’intervista al Corriere della Sera ha parlato della riforma costituzionale proposta dal governo Meloni e dal “particolare” iter che prevede l’inizio delle discussioni in Senato. 

«Partire dal Senato significa che si approva subito l’autonomia differenziata con uno scambio, questo è il problema. La riforma va fatta, ma ci vuole una legge elettorale a prevalenza maggioritaria con doppio turno che indichi il presidente del Consiglio nella scheda, senza l’irrigidimento di un’elezione diretta, abbinata con quattro norme costituzionali tedesche».

«E’ come se il centrodestra avesse voluto dare l’idea che con l’elezione diretta il premier può prendersi poteri che non gli sono conferiti anche a costo di continui conflitti pure con il Capo dello Stato». 

«Se c’è un premier che dice `sono eletto direttamente e se ti propongo un ministro tu come fai, essendo eletto da qualche centinaio di parlamentari, a dire di no?´. Bisogna partire dai poteri delle altre democrazie parlamentari, non da un’elezione diretta che li crei dove non ci sono». 

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Hanno fatto «questa riforma contraddittoria non per insipienza tecnica quanto perché avevano l’esigenza di un equilibrio interno potenziando la figura del primo ministro ma anche quella dei segretari dei partiti minori. Da qui deriva la norma insensata per cui il secondo premier della legislatura è più forte del primo, perché mentre il primo può essere sostituito, dopo il secondo ci sono solo le elezioni. Così il leader di uno dei partiti minori può arrivare a Palazzo Chigi con una staffetta senza essere eletto. Insomma, una norma per accontentare Salvini e Tajani».

«Le forze di opposizione che non hanno una cultura di conservatorismo istituzionale, e il Pd e l’Ulivo non hanno questa storia, non potranno limitarsi a emendamenti soppressivi. Dovranno costruirli con un modello alternativo ispirato alle democrazie parlamentari efficienti. Altrimenti in caso di referendum – osserva – non credo che un messaggio solo negativo sarebbe capito».  

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