Ceccanti (Pd): "Il nuovo segretario deve dare una prospettiva alternativa a questa destra"
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Ceccanti (Pd): "Il nuovo segretario deve dare una prospettiva alternativa a questa destra"

Congresso Pd, Stefano Ceccanti ha parlato delle prospettive future del partito in vista del profondo cambio che i democratici dovranno subire. Una rivoluzione che, secondo il Costituzionalista, è necessaria per dare una nuova prospettiva di governo.

Ceccanti (Pd): "Il nuovo segretario deve dare una prospettiva alternativa a questa destra"
Stefano Ceccanti
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29 Dicembre 2022 - 10.16


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Stefano Ceccanti, costituzionalista ed esponente di spicco del Pd, in un intervento a La Repubblica, ha parlato del prossimo congresso e delle modalità con cui verrà scelto il nuovo segretario dei democratici.

«Il criterio prioritario con cui scegliere nel Congresso Pd è quello di privilegiare il candidato che meglio di altri dia una prospettiva reale di governo, una scelta estroversa, rispetto al Paese, coerente con le primarie aperte. Ne discuteremo a Orvieto, allargando al riflessione a tutto il centrosinistra, il 14 e 15 gennaio all’incontro dell’Associazione Libertà Eguale, anche a partire dalle riflessioni del documento www.laburisti.it».

Secondo Ceccanti «l’unione personale tra leader di partito e di governo, che ha portato con sé da noi la scelta qualificante delle primarie aperte, è la caratteristica di fondo delle democrazie parlamentari perché esprime il legame tra consenso, potere e responsabilità. Curiosamente in questi giorni, mentre il destra-centro è tornato al governo con una legittimazione diretta della propria coalizione e della leader del primo partito, c’è chi sostiene che questa visione andrebbe abbandonata perché il sistema è diventato più complesso e frammentato rispetto al 2007».

Ora, spiega, «quasi tutti i sistemi europei hanno subito questo processo. Eppure in nessuno di questi casi i partiti sfidati nel proprio ruolo di vocazione maggioritaria hanno rinunciato prima del voto a indicare un leader per la guida del governo, come accaduto con Sanchez e con Scholz, insidiati dai leader di Podemos e dei Verdi. Contestare l’idea di proporre al Paese il proprio leader per il governo prima del voto ha due sole alternative, nessuna delle quali auspicabile: ritenere ormai inevitabile che il Pd non possa essere più il primo partito nel campo alternativo al destra-centro e delegare quindi la leadership a Giuseppe Conte; puntare ancora su governi tecnici di derivazione presidenziale e non sulla legittimazione popolare degli esecutivi», conclude Ceccanti.

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