Lavoro, Bonaccini a Confindustria: "Mettetevi una mano sul cuore, gli stipendi vanno alzati"
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Lavoro, Bonaccini a Confindustria: "Mettetevi una mano sul cuore, gli stipendi vanno alzati"

Bonaccini agli imprenditori di Confindustria: "Mettetevi una mano sul cuore. Lo stipendio è una cosa importante. Il capitale umano è il problema più grande delle aziende, abbiamo il dovere di capire come garantirlo".

Lavoro, Bonaccini a Confindustria: "Mettetevi una mano sul cuore, gli stipendi vanno alzati"
Stefano Bonaccini
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23 Ottobre 2023 - 12.45


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Stefano Bonaccini si è rivolto agli imprenditori di Confindustria, lanciando un appello sugli stipendi fermi ormai da oltre trent’anni. Se gli stipendi restano più bassi rispetto ad altri Paesi europei, «non ci si può lamentare che i ragazzi vadano altrove».

«Mettetevi una mano sul cuore. Lo stipendio è una cosa importante. Il capitale umano è il problema più grande delle aziende, abbiamo il dovere di capire come garantirlo. Il tema del salario non è la prima ragione per cui si viene a lavorare in Emilia-Romagna. Si viene perché abbiamo imprese straordinarie e una qualità della vita» garantita dall’offerta di servizi pubblici, «dalla sanità al welfare, agli asili nido». 

«Credo anche che bisogna pagare bene i ragazzi e le ragazze se li vuoi trattenere. Per i fondi che diamo con la legge per l’attrattività, diversi milioni di euro per chi vince i bandi pubblici, chiediamo come condizioni investimenti in ricerca e sviluppo, ma anche che tutti i nuovi contratti siano a tempo indeterminato per battere la precarietà».

«E’ chiaro che le aziende serie che pagano le tasse potrebbero dire che ne pagano di più dei loro concorrenti europei, quindi c’è un tema di costo del lavoro. Io ho criticato il governo perché per me è insufficiente il taglio al cuneo fiscale. Invece di mettere miliardi sulla flat-tax, andavo aggiunti ai 10 miliardi che vengono stanziati per tagliare il costo del lavoro», sostiene Bonaccini. 

«Penso che fino a che il lavoro precario sarà più conveniente del lavoro stabile, noi faremo fatica a combattere la precarietà che è un fattore di poca competitività dei nostri ragazzi in Europa. Non vinceremo competizione sul costo del lavoro, che rimarrà più alto, ma sulla qualità di quello che si produce e si progetta, per questo bisogna investire su talenti e capitale umano», conclude.

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