La lettera dei dirigenti del Pd a Elly Schlein: "Non sia un partito personale o del pensiero unico"
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La lettera dei dirigenti del Pd a Elly Schlein: "Non sia un partito personale o del pensiero unico"

Dirigenti del Pd scrivono a Elly Schlein: «Il pluralismo delle culture deve necessariamente vivere nel Pd, salvo che non si pensi di trasformarlo in un partito personale e del pensiero unico».

La lettera dei dirigenti del Pd a Elly Schlein: "Non sia un partito personale o del pensiero unico"
Elly Schlein a Palermo
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29 Maggio 2023 - 10.24


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Alcuni dirigenti del Pd hanno scritto una lettera aperta, pubblicata su La Repubblica, e indirizzata alla nuova segreteria del partito. Alessia Morani, Titti Di Salvo, Valeria Fedeli e Alessia Rotta, hanno chiesto una correzione alla rotta intrapresa da Elly Schlein, dopo la vittoria alle primarie del 26 febbraio.

«Il Pd per costituzione è un partito riformista. Non è, pertanto, immaginabile un Pd massimalista: si tratterebbe di un altro partito. E non c’è neppure nessuna volontà di moderatismo, poiché riformismo significa anzitutto cambiamento, anche radicale».

«Il pluralismo delle culture deve necessariamente vivere nel Pd, salvo che non si pensi di trasformarlo in un partito personale e del pensiero unico, ed è ciò che può dare forma ad uno spazio politico grande ed accogliente per dare il via anche nel centrosinistra ad una aggregazione di forze politiche di cui il Pd possa costituirne il perno».

«Il bipolarismo, che piaccia o no, esiste già: il problema è che è compiuto solo nel centrodestra. Nel centrosinistra ancora prevalgono le differenze e gli odi personali sulla politica. Si trovi, perciò, un campo in cui giocare insieme nel centrosinistra e quello delle riforme istituzionali può essere il primo banco di prova importante».

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«Non è collaborazionismo con Calderoli che ha presentato una riforma sbagliata e che va sfidato sul campo di una autonomia solidale e responsabile, ma è la convinzione ormai datata che la nostra Costituzione vada riformata, acquisizione decisiva che l’Ulivo volle mettere proprio come Tesi 1 nel 1996. Non partecipare al processo di riforma della Costituzione sarebbe un errore come quello di aver approvato il taglio dei parlamentari nella scorsa legislatura».

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