Bruno Astorre, il pensiero di Bettini: "Se n'è andato nel modo più triste e solitario, dobbiamo riflettere"
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Bruno Astorre, il pensiero di Bettini: "Se n'è andato nel modo più triste e solitario, dobbiamo riflettere"

Bruno Astorre, il pensiero di Goffredo Bettini: "Se ne è andato nel modo più triste, solitario, doloroso e sconcertante. Bruno Astorre è stato fino all`ultimo un dirigente importante del partito di Roma e del Lazio".

Bruno Astorre, il pensiero di Bettini: "Se n'è andato nel modo più triste e solitario, dobbiamo riflettere"
Goffredo Bettini
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3 Marzo 2023 - 16.32


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Il suicidio di Bruno Astorre ha colpito profondamente tutta la politica italiana, in particolar modo la comunità del Pd alla quale aveva dedicato la sua carriera. Goffredo Bettini, dirigente dei democratici, ha voluto dedicare un lungo e profondo pensiero al collega morto questa mattina.

“Se ne è andato nel modo più triste, solitario, doloroso e sconcertante. Bruno Astorre è stato fino all`ultimo un dirigente importante del partito di Roma e del Lazio. Direi persino, per molti aspetti, decisivo. Senatore, segretario regionale, personalità radicata e influente, saldissimo punto di riferimento soprattutto nella provincia di Roma e per tanti amministratori e sindaci. Lo conobbi quando era ancora molto giovane, prediletto discepolo di Severino Lavagnini, uno dei capi dei popolari italiani e fraterno amico di Franco Marini. Alla morte di Lavagnini mi venne naturale stabilire anche un legame con i suoi amici prediletti. Bruno era uno di questi.

Lui veniva dalla Democrazia Cristiana ed io dal Partito Comunista, due tradizioni così diverse. Eppure proprio quelle tradizioni riuscivano, nella loro parte migliore, a farci intendere in modo diretto ed immediato. Egli aveva un grande rispetto delle gerarchie e dei valori in campo. Lo esplicitava con simpatico candore. Eppure non era certo persona da farsi mettere i piedi addosso. Aveva una forza e una capacità di decisione assai rare in mezzo a tanti politici che sembrano costantemente ‘canne al vento'”. Così Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, con un post su Facebook si esprime sulla tragica scomparsa del Senatore dem Bruno Astorre.

“Bruno – prosegue Bettini – appariva forte, persino ruvido. Con un sorriso aperto e una viva empatia, ti metteva a tuo agio. In superficie sembrava inossidabile. Eppure avevo ben intuito che dietro quella maschera si nascondeva una fragilità. Appena eletto alla Regione e poi nominato assessore ai lavori pubblici, ci intrattenemmo a parlare sulla sua nuova esperienza. Non era affatto contento. Soffriva la responsabilità. Aveva un sentimento di inadeguatezza. Avvertiva una forma di depressione nascosta.

Superò quella fase”. La “vicenda di Bruno conferma questa mia dolente visione. Che non vuole colpevolizzare nessuno. Ma semmai è una riflessione da fare collettivamente. In modo serio e definitivo. Cosa è diventata la politica anche nel Pd? La comunità politica un tempo curava le persone. Vale a dire, se ne prendeva cura. Giudicava ma recuperava. Promuoveva ma senza scandalose e improvvisate carriere. Era composta di aree di pensiero, ma mai di cordate acefale, ciniche ed escludenti verso gli altri. Nessuno, dentro tale andazzo, indovina veramente i pensieri dall`altro. Soli in una società frammentata, nei partiti siamo ancora più soli. Perché troppe volte divisi e in guerra”, conclude.

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