Bonaccini (Pd): "Lancerò una legge di iniziativa popolare per il salario minimo"
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Bonaccini (Pd): "Lancerò una legge di iniziativa popolare per il salario minimo"

"Avevamo detto che avremmo inserito il salario minimo legale, non ce l'abbiamo fatta. Se diventerò segretario, andremo a raccogliere le firme per un'iniziativa di legge popolare che lo introduca nel Paese, dove non arriva la contrattazione territoriale".

Bonaccini (Pd): "Lancerò una legge di iniziativa popolare per il salario minimo"
Stefano Bonaccini
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27 Gennaio 2023 - 14.19


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Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e candidato alla primarie per la segreteria Pd, intervenuto in un appuntamento ad Alessandria per il suo tour in Piemonte, ha parlato della situazione dei democratici.

«Non è che il Pd non abbia saputo fare proposte. È che, purtroppo, abbiamo fatto parte di tanti Governi per ragioni di responsabilità e anche nobili, ma dai cittadini siamo stati percepiti come un partito che, nonostante non vincesse le elezioni, stava aggrappato al potere. Inutile girarci intorno: questa è l’opinione di molti, persino dandoci responsabilità a volte in maniera ingiusta. Se divento segretario, garantisco che la prossima volta al Governo ci torneremo solo quando avremo vinto le elezioni».

«Soprattutto – ha aggiunto – abbiamo bisogno di rappresentare di più alcuni problemi del Paese. A partire dal lavoro. Avevamo detto che avremmo inserito il salario minimo legale, non ce l’abbiamo fatta. Se diventerò segretario, andremo a raccogliere le firme per un’iniziativa di legge popolare che lo introduca nel Paese, dove non arriva la contrattazione territoriale. Abbiamo detto che dobbiamo battere la precarietà: bisogna il lavoro precario costi di più di quello stabile, altrimenti non c’è capacità di combatterlo».

«Vorrei i piemontesi – ha concluso – capissero anche che al Governo stanno tagliando sulla sanità pubblica. Quindi è bene che tutte le regioni, compreso il Piemonte, dicano al Governo che, di questo passo, i cittadini staranno peggio, non meglio».

Bonaccini si è poi recato fuori dai cancelli della fabbrica di Mirafiori. «Non è che arrivare davanti a una fabbrica risolva il problema del rapporto tra il Pd e i lavoratori, sarei sciocco a pensarlo. Credo che anche fisicamente sia necessario stare dove la gente studia, lavora, vive. Penso che il Pd sia stato percepito, e forse abbia pagato un prezzo troppo alto rispetto ai suoi demeriti, come una forza politica distante dalla gente che lavora».

«Se non torniamo sui luoghi di lavoro, se non si discute guardando negli occhi i cittadini si possono avere le migliori idee del mondo, ma si rischia di fare solo demagogia», ha aggiunto Bonaccini.

«Io sono abituato – ha spiegato – ad andare tra i lavoratori. Penso che si debba stare al loro fianco laddove si crede che abbiano ragione e la vertenza sia giusta perché sentire la vicinanza delle istituzioni e dei partiti ricrea la fiducia immediatamente. Quando ti cercano se tu c’eri e ci sei se lo ricordano. Secondo me in questi anni hanno trovato gli altri, poco noi. Questa deve diventare la pratica di un gruppo dirigente. Se divento segretario – ha concluso – il gruppo dirigente nazionale avrà il dovere di stare sui territori, per confrontarci, ascoltare e rischiare anche i fischi. Una classe dirigente autorevole la vedi quando le cose vanno male».

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