Cuperlo: "Il Pd rischia di fare la fine dei socialisti francesi, servono ideali solidi"
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Cuperlo: "Il Pd rischia di fare la fine dei socialisti francesi, servono ideali solidi"

Gianni Cuperlo, deputato ed ex presidente del partito si è candidato alla segreteria del Partito Democratico e spiega le sue ragioni

Cuperlo: "Il Pd rischia di fare la fine dei socialisti francesi, servono ideali solidi"
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24 Dicembre 2022 - 10.19


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Gianni Cuperlo, alla fine anche il dirigente e militante di lungo corso, emarginato ai tempi di Renzi e poi tornato il gioco ha scelto di candidarsi dopo Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Paola De Micheli.

«Mi candido per la segreteria. Non mi sostengono potentati, ma la consapevolezza che è in gioco l’esistenza del Pd». Così il deputato Gianni Cuperlo. «Non pesano solo la sconfitta e i sondaggi – spiega – ma il non aver mai voluto discutere la perdita dei sei milioni di voti dal 2008 a oggi. Vorrei aiutare a farlo nella chiarezza delle idee, fuori da trasformismi che hanno impoverito l’anima della sinistra. Avrei voluto un congresso che non partisse dai nomi. In questi anni abbiamo cambiato nove segretari e vissuto tre scissioni, forse dovremmo riflettere sul perché. Stimo Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli. Penso però che, senza un confronto plurale e sincero, i guasti di ora potrebbero riprodursi dopo».

Ma Schlein non dovrebbe raccogliere il consenso della sinistra dem? «Il mio timore è che il Pd non regga il peso dei suoi errori e finisca come i socialisti in Francia. La destra ha vinto cavalcando sofferenze e rabbia. Non la batteremo senza un impianto ideale e culturale solido e credibile».

Leggi anche:  Europee, Cuperlo sulla candidatura di Elly Schlein: "Il suo nome nel simbolo? E' un modello che non mi rappresenta"

Orlando e Bettini saranno suoi supporter? «Decideranno loro». La frammentazione delle candidature non aiuta un Pd in affanno, gli viene detto: «La prima fase del congresso vedrà il voto degli iscritti e di chi aderirà alla Costituente. Il tema non è spostare il Pd più al centro o più a sinistra. La prova è restituire un’autonomia politica e di pensiero al nome che ci siamo dati». Conte? «Temo voglia sfruttare le difficoltà del Pd piuttosto che unire le opposizioni».

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