Qatargate, Bettini (Pd): "E' la festa del profitto e la fine della politica, sono molto amareggiato"
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Qatargate, Bettini (Pd): "E' la festa del profitto e la fine della politica, sono molto amareggiato"

Qatargate, Bettini: "Durante il mio mandato a Bruxelles non ho subito alcuna pressione. Né ho avuto il sentore di un illecito condizionamento sui miei colleghi. D'Alema e Renzi? Sono casi diversi, anche se entrambi permessi dalla legge".

Qatargate, Bettini (Pd): "E' la festa del profitto e la fine della politica, sono molto amareggiato"
Goffredo Bettini
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19 Dicembre 2022 - 09.48


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Il cosiddetto Qatargate, lo scandalo corruzione nell’Europarlamento che coinvolge presunti fondi dall’emirato e dal Marocco, si sta diffondendo a macchia d’olio tra alcuni esponenti della sinistra europea. Il Pd si costituirà parte civile e ritiene di essere parte lesa, uno dei suoi fondatori – Goffredo Bettini – ha parlato della questione in un’intervista a La Repubblica.

«Sono molto amareggiato. Le responsabilità penali sono sempre individuali e vanno giudicate nella loro specificità, non gettate in un calderone che travolge tutto. Alcuni indagati» del Qatargate «sono stati colti in fragrante, con un mucchio di contanti in casa. Altri, come Cozzolino, allo stato attuale non sono neppure indagati, eppure sono finiti nei titoli dei giornali come malfattori. Aspettiamo il lavoro degli inquirenti. Sul perché anche la sinistra è più permeabile all’incursione dell’affarismo: se si affievolisce una critica rispetto ai valori dominanti, al mito della ricchezza, del lusso, del successo a tutti i costi, e ci si stacca da chi fatica a vivere, le difese si possono allentare».

«Il Pd è ancora sano nel suo complesso ma deve rimuovere ogni apologia dell’esistente, che premia il denaro che dà la forza e la forza che disprezza e schiaccia la debolezza. C’è un intreccio tra questione morale e questione democratica; come pensava Berlinguer. Se la rappresentanza si fa incerta, il Parlamento decide e controlla sempre di meno, i poteri sono sbilanciati, le lobby economiche debordano, le decisioni si assumono in cerchie ristrette, opache, nascoste, i partiti sono delegittimati e ridotti a scheletri di potere, è del tutto chiaro che hanno buon gioco gli interessi economici. Finisce il comando della politica e inizia la `festa´ del puro profitto. Durante il mio mandato a Bruxelles non ho subito alcuna pressione. Né ho avuto il sentore di un illecito condizionamento sui miei colleghi. D’Alema e Renzi? Sono casi diversi, anche se entrambi permessi dalla legge. D’Alema si è da tempo dimesso da ogni incarico pubblico e svolge ruoli di consulenza con contratti regolari che finanziano anche le sue attività editoriali e di studio. Renzi è un capo di partito e senatore», rimarca Bettini.

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