Elezioni, la comunicazione di Letta alle prese con la sua debolezza carismatica e parte il tormentone Bonaccini
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Elezioni, la comunicazione di Letta alle prese con la sua debolezza carismatica e parte il tormentone Bonaccini

Secondo parte del Pd il segretario ne sta sbagliando una dopo l’altra, anche quando ha ragione, come è successo a Rimini, sull’ innalzamento dell’obbligo scolastico, che per la scuola dell’infanzia non può certo essere coercitivo.

Elezioni, la comunicazione di Letta alle prese con la sua debolezza carismatica e parte il tormentone Bonaccini
Enrico Letta e Stefano Bonaccini
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26 Agosto 2022 - 16.25


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Il paradosso sta tutto in questa evidenza: il leader meno carismatico in circolazione tenta l’estrema personalizzazione della campagna elettorale. È il succo della nuova trovata pubblicitaria ‘Scegli’ che ha intanto raggiunto il suo primo obiettivo: ha fatto il pieno delle polemiche e delle prese in giro. Quindi dal punto di vista pubblicitario si può anche sostenere che abbia funzionato (vi ricordate il milione di posti di lavoro di Silvio Berlusconi?).

Il vero problema della campagna di comunicazione sta infatti altrove e precisamente nella debolezza ‘carismatica’ del suo protagonista. Ovvero di Enrico Letta, quello che gli italiani dovrebbero scegliere al posto della ‘pancetta nera’.


Sarà impietoso ma è oggettivo, il segretario del Pd ne sta sbagliando una dopo l’altra, anche quando ha ragione, come è successo a Rimini, sull’ innalzamento dell’obbligo scolastico, che per la scuola dell’infanzia non può certo essere coercitivo. Poi tutta un’altra serie di inesattezze: dal tetto nazionale ai prezzi del gas, alle topiche su Piombino. E proprio dalla città toscana arriva un modello che si può estendere ovunque: Fratelli d’Italia nel Comune, peraltro amministrato da un suo sindaco, farà il pieno dei voti (tanti) contrari al rigassificatore, il Pd si ma solo con la valutazione d’impatto ambientale (non prevista dal governo Draghi) si aliena anche i voti dei cittadini favorevoli, non prendendone uno da quelli contrari.


Nelle chat dello stato maggiore dem, ormai girano solo le percentuali: “Oggi abbiamo superato quota 20?”. “Secondo Noto, siamo già a 21”, dove 20 e 21 sono la distanza che separerebbe secondo i sondaggi le coalizioni dì centrodestra e centrosinistra.


Un altro tormentone riguarda la data di insediamento di Stefano Bonaccini al Nazareno. Con una percentuale ampiamente sotto il 30% per la coalizione, Enrico Letta volerebbe subito a Parigi. Con il 30 e poco più, perderebbe comunque il congresso prima della fine dell’anno. Secondo i dirigenti del Pd, ‘tertium non datur’, ovvero la possibilità che il protagonista di ‘Scegli’ resti in sella sembra altamente improbabile

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