Conte via dal governo? La legislatura deve arrivare lo stesso a conclusione naturale"
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Conte via dal governo? La legislatura deve arrivare lo stesso a conclusione naturale"

e alla fine Conte dovesse uscire dal governo, diventerebbe praticamente impossibile un qualsiasi ragionamento sull’alleanza con il Pd, come ha messo in chiaro Dario Franceschini. Il Pd deve pensare all'Italia

Conte via dal governo? La legislatura deve arrivare lo stesso a conclusione naturale"
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Andrea Marcucci Modifica articolo

7 Luglio 2022 - 14.46


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Per prima cosa è bene mettere le cose in chiaro. Se alla fine Conte dovesse uscire dal governo, diventerebbe praticamente impossibile un qualsiasi ragionamento sull’alleanza con il Pd, come ha messo in chiaro Dario Franceschini, ma la legislatura dovrebbe comunque arrivare alla sua conclusione naturale. Il Pd deve mettere al primo posto l’Italia, come ha fatto tante volte in passato, Draghi deve essere messo nella condizione di portare a termine il suo lavoro. 

Io credo che contestualmente si debba aprire il tavolo per il programma con i futuri alleati, incoraggiando i leader dell’area moderata a trovare una posizione comune, che superi lo sterile ‘no, tu no’. 

Immagino uno schieramento nuovo, fortemente innovativo, ecologista, riformista, che sappia dare continuità all’agenda del governo di questi ultimi due anni. 

È un’operazione che riguarda direttamente il Pd, quel Pd dalla vocazione maggioritaria che fu, da Bersani a Renzi, passando per Sala e per Calenda, tutti esponenti di peso dei dem in passato o come nel caso del sindaco di Milano, fortemente sostenuti da noi. 

Leggi anche:  Zanda (Pd): "Conte vuole battere i dem e tornare a Palazzo Chigi, perché non dice mai di essere di sinistra?"

Certamente il Pd non basta, per questo è importante coinvolgere da subito chi viene da altre esperienze politiche, penso al ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Più Europa, a tutti coloro che si richiamano ai valori del liberalismo presenti anche in altri schieramenti. 

Un’alleanza per l’Italia, che continui il lavoro delle riforme, anche di sistema, e quello epocale della transizione ecologica, con la consapevolezza che avremo come competitor, non una destra normale, ma Giorgia Meloni, leader di un fronte populista e sovranista. 

Ecco perché diventa fondamentale rivolgersi anche ai liberali, a chi sceglie l’Europa e la Nato senza dubbi o interessi latenti. Insieme ai liberali, i socialisti, i Verdi, i moderati, i civici, non un’ammucchiata, ma l’alleanza di buon senso.

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