Proroga dello stato d'emergenza sempre più vicina: durerà almeno fino alla fine di gennaio
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Proroga dello stato d'emergenza sempre più vicina: durerà almeno fino alla fine di gennaio

Per Gelmini è "probabile", per Boccia una "scelta obbligata". Ma qual è la durata massima del provvedimento?

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9 Novembre 2021 - 08.55


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A fine anno scadrà lo stato d’emergenza e la politica si interroga sei sia il caso di prolungarlo.
A parlare apertamente di “probabile proroga” è infatti il ministro Mariastella Gelmini che, nel corso del Tg3, spiega come le decisioni saranno assunte sì in base alla “evidenza del momento” ma anche che, “considerata la recrudescenza del virus e il fatto che ci troveremo in pieno inverno”, la proroga sarebbe quindi “probabile”. In ogni caso, aggiunge la ministra in vista della scadenza fissata al momento per il 31 dicembre, “non ne abbiamo ancora parlato”.
L’unica certezza finora è che la misura introdotta dall’ex premier Giuseppe Conte il 31 gennaio 2020 – poi prorogata anche dall’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi – non può superare i dodici mesi ed è prorogabile per non più di ulteriori dodici mesi, come previsto dall’articolo 24 del decreto legislativo 1/2008. Quindi, qualora si decidesse per l’estensione, non sarà possibile farlo oltre gennaio 2022 senza interventi legislativi.
Ma se Gelmini parla di scelta “probabile”, per il responsabile Enti locali del Pd Francesco Boccia si tratterebbe invece, insieme alla terza dose, di una “scelta obbligata”.
Le notizie che arrivano da Austria e Germania su contagi, incidenza del virus e ipotesi di nuove restrizioni, spiega infatti il dem a Lamezia Terme per l’assemblea regionale del Pd in Calabria, “dicono con chiarezza che il Covid è ancora prepotentemente in circolazione e rischia di fare ancora danni seri. La situazione in Italia, al momento, è sotto controllo sia per quanto riguarda i dati giornalieri che l’occupazione delle reti sanitarie, la campagna di vaccinazione ha dato gli effetti auspicati. Ora, però, dobbiamo evitare di vanificare la quasi normalità riconquistata e la ripresa economica intrapresa: con questo scenario in Europa, terza dose di vaccino e proroga dello stato di emergenza diventano scelte obbligate”.
“Mi auguro – aggiunge l’esponente Pd – che, almeno questa volta, la destra di lotta e di governo non faccia la solita propaganda e segua le indicazioni della scienza. Lega e Fratelli d’Italia devono dire con chiarezza da che parte stanno: se con la scienza e le istituzioni o con i no green pass e i no vax.
I moderati di centrodestra, pur sostenendo le tesi pro scienza sull’emergenza sanitaria, si dimostrano schiavi di Salvini e restano silenti quando si tratta di prendere le distanze dal sostegno di Lega e Fdi alle frange peggiori, sostenendo una sempre più imbarazzante unità di un centrodestra diviso in tre destre. Prima o poi questa ambiguità scoppierà ovunque, così come grazie all’unità del centrosinistra siamo riusciti a farla emergere nelle ultime elezioni amministrative.
Più cauto sull’argomento il leader M5S Giuseppe Conte, che mentre sulla terza dose è abbastanza netto – “dipende da quello che ci dirà la scienza medica. Se ci diranno terza dose, terza dose sia”, dice ospite di ‘Otto e mezzo’ su La7 – sullo stato d’emergenza ha sottolineato di come si tratti di una norma “funzionale a tenere attivi dei presidi di sicurezza. Adesso non si può dire se va rinnovato o meno, in prossimità le autorità sanitarie ci devono dire se è necessario”.

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