Toti fa mea culpa sulla sconfitta alle elezioni: "Nel centro destra è mancata la cultura di governo"
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Toti fa mea culpa sulla sconfitta alle elezioni: "Nel centro destra è mancata la cultura di governo"

Il presidente della regione Liguria rincara: "Poca sintonia con lo spirito di ripartenza del Paese"

Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria
Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria
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20 Ottobre 2021 - 10.10


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Il centro destra è uscito sconfitto pesantemente dalle ultime elezioni amministrative, nelle quali, a parte Trieste, non è riuscito ad accaparrarsi neanche un capoluogo di Regione.
‘Il centrodestra ha perso le elezioni amministrative perché non ha saputo interpretare il momento, lo spirito di ripartenza del Paese. Cosa che il centrosinistra ha saputo fare meglio. È mancata una cultura di governo nel sostenere un esecutivo di unità nazionale, presieduto da una figura straordinaria come Draghi, che ha saputo dare fiducia a famiglie e imprese. Lo dice a Repubblica Giovanni Toti, ammettendo che “abbiamo perso anche noi a Savona e complimenti al neo sindaco Russo, che ha saputo fare un grande lavoro di ascolto in città, mentre noi abbiamo fatto parecchi errori.
L’aria un po’ in questo senso tirava in tutto il Paese – afferma il governatore della Liguria – soprattutto si percepiva da una parte una voglia di tranquillità, di ricominciare a lavorare e dall’altra una gigantesca apertura di credito verso questo governo.
Credo che chi come il centrosinistra ha meglio interpretato questo nuovo clima, sia dal punto di vista del messaggio politico, sia della classe dirigente e dei candidati, alla fine abbia prevalso”.
Secondo Toti, “un altro dato che parla è l’astensionismo: un terzo del Paese non è andato a votare, a farne le spese è stato il centrodestra. La maggioranza sono potenziali elettori nostri, che non hanno capito le divisioni nel centrodestra, e la spigolosità nei confronti delle misure del governo. La maggior parte degli elettori del centrodestra e degli italiani ha giustamente visto nella vaccinazione e nel Green Pass una reale chance di lasciarsi alle spalle i due anni orribili che abbiamo vissuto.
La maggior parte degli italiani si fida della scienza e della medicina e di un governo che ha imposto quelle misure. Detto che la protesta è legittima quando non sconfina nella violenza, però le motivazioni sono spesso molto fragili e inseguirla e farne una bandiera politica ci allontana dalla maggioranza silenziosa che per antonomasia rappresenta l’elettorato di centrodestra”.
“Siamo in un sistema bipolare e bisogna starci – dice ancora il presidente della Liguria – Però, bisogna sedersi a un tavolo rapidamente, convocare tutte le anime e culture del centrodestra, e capire che gli elettori chiedono una classe dirigente all’altezza della situazione sia sanitaria che politica, una linea istituzionale, fatta di sobrietà, una cultura di governo responsabile che persegua un progetto di ripartenza non turbato ogni santo giorno.
Meloni è all’opposizione ma si candida a governare, è evidente che deve essere una opposizione che costruisce e non barricadera e del no a tutto. Ancor di più i partiti che stanno al governo dovrebbero intestarsi questo vento di riforma, di cambiamento di contenuti, di toni, persino di abbigliamento, in un Paese che dopo vaffa e sovranismi torna ad apprezzare toni moderati, invece di inseguire atteggiamenti piazzaioli”.
“Nel centrodestra ci sono tanti potenziali leader – conclude – Le parole più sagge nell’ultimo periodo le ho sentite dal presidente Berlusconi.
Ma sia a Roma che negli enti locali ci sono tante figure che possono dire da loro. E soprattutto occorre fare uno scatto che porti ad una cultura matura di governo, allargandosi il più possibile anche ad altri. Draghi al Quirinale? Per me Draghi è come l’abito grigio.
Sta bene ovunque. Io credo che dove è adesso possa completare un lavoro importante che sta facendo, mentre per il Quirinale il Paese possa avere tante riserve della Repubblica”.

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