L'oracolo del Pd, Bettini: "Renzi non è il momento di rottamare"
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L'oracolo del Pd, Bettini: "Renzi non è il momento di rottamare"

L'esponente dem difende Giuseppe Conte, "punto di equilibrio imprescindibile"

Bettini e Renzi
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11 Gennaio 2021 - 08.40


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Goffredo Bettini in un’intervista al Corriere della Sera  prova a delineare un punto di mediazione fra le varie forze della maggioranza per superare la crisi del Governo Conte bis. Perché si riparte da Giuseppe Conte, ”è il premier di un Governo dei 5 Stelle e di tutte le forze progressiste. Ha lavorato bene e il Pd lo sostiene con il suo profilo autonomo, ma con la massima convinzione. È per noi un punto di equilibrio imprescindibile. Altri scenari non ci appartengono”.

“La crisi sociale e occupazionale morderà ancora di più quando prossimamente cadrà il blocco dei licenziamenti. E poi dagli Stati Uniti sono arrivate tremende immagini di violenza contro le istituzioni democratiche. Hanno suscitato un senso di tristezza e di allarmante fragilità circa il destino della più grande potenza mondiale. Trump, il presidente sconfitto, non solo non ha riconosciuto il risultato elettorale ma sta guidando una vera e propria insurrezione. Se mette in fila questi dati converrà che in Italia siamo di fronte a una sorta di tempesta perfetta” spiega l’esponente dem molto ascoltato dalla segreteria Pd. “Occorre arginarla e non aiutarla a divampare. Le pare che in queste condizioni possa avere peso qualche ruvidezza personale? Si deve andare presto al sodo: decidere, lavorare, rinunciare alle ripicche e alle tattiche estenuanti. Si deve dare una guida serena e solida agli italiani”.

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Bettini auspica che si proceda speditamente sul Recovery Plan, “importantissimo per la vita degli italiani”, e solo dopo si stringa un “accordo solenne, vincolante e chiaro circa le priorità di un programma di fine legislatura. Altro che rimpastino. Stiamo parlando di cose da fare, non di qualche ministero da distribuire”.

Bettini non crede all’opzione dei responsabili che sostituiscano Italia Viva – ma elogia quella “parte liberale di Forza Italia che in questi giorni ha posto questioni politiche con grande responsabilità e intelligenza” – e spiega che a dare più forza a questo accordo si potrebbe pensare all’ingresso dei leader nella squadra, perché “un Governo più politico è una garanzia per la stabilità dello stesso Conte. A condizione che prevalga un sentimento di lealtà e di solidarietà per una impresa comune. Se c’è questo si può fare tutto. Ma, come ha scritto Shakespeare: quanto è difficile leggere l’animo umano… Vedremo. Ripeto: gli assetti, comunque, solo dopo una intesa programmatica certa”.

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Il rapporto con Matteo Renzi è stato “problematico, ma franco e intenso”, spiega Bettini, il quale però risponde “sì e no” alla domanda se abbia compreso le volontà dell’ex premier. “Vuole dei cambiamenti. E questo può andar bene. Li ha sollecitati anche il Pd. Ma poi mette in campo una quantità di proposte (alcune del tutto impossibili, fuori misura o fuori contesto) che sembrano voler più demolire che ricostruire. E lo fa con troppa arroganza. Tuttavia, sono fiducioso e spingo per andare a vedere, sotto la “scorza”, qual è la “polpa” che lo muove veramente. Ma non c’è tanto tempo. Occorre decidere tutto in pochissimi giorni. Sapendo che non è il momento di “rottamare”, ma di ripartire per ricostruire”.

L’alternativa del voto anticipato sarebbe “una storica sconfitta per tutti. Ma la politica si riesce a controllare fino a un certo punto, poi al di là della volontà può scappare di mano in un attimo. E la frittata è fatta”.

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