Meloni: "FdI è l’unico partito che è cresciuto. No al proporzionale, elezioni subito"
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Meloni: "FdI è l’unico partito che è cresciuto. No al proporzionale, elezioni subito"

Così, in un’intervista al Corriere della Sera, la leader di Fdi Giorgia Meloni, che sulla attesa ‘spallata’ al governo replica.

Giorgia Meloni
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22 Settembre 2020 - 07.02


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“Delusa? E perché mai dovrei esserlo? Abbiamo vinto in una regione roccaforte della sinistra grazie alla guida di Fratelli d’Italia e al centrodestra, una Regione mai governata da noi, un risultato impensabile fino a pochi mesi fa. FdI è l’unico partito che è cresciuto in tutte le regioni al voto: siamo passati dal 6% al 19% nelle Marche, in Liguria raddoppiamo, in Toscana siamo al 14% dal 5%, in Puglia noi più la lista Fitto siamo al 20%. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva per contribuire a grandi risultati: il centrodestra governa in 15 Regioni su 20, abbiamo vinto due collegi delle suppletive e uno con un nostro candidato”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, la leader di Fdi Giorgia Meloni, che sulla attesa ‘spallata’ al governo replica:

“Io credo che sia stata fatta una narrazione fuori dalla realtà. In queste elezioni, su sei Regioni al voto, quattro vedevano la ricandidatura di governatori uscenti. E tutti e quattro, anche per quello che è stato il fenomeno della gestione dell’emergenza Covid, sono stati riconfermati”.

″È ovvio che saremmo stati più felici di vincere anche in Toscana e in Puglia, ma abbiamo dovuto combattere contro tutto, con le sfilate del governo che andava a promettere i soldi del Recovery fund se si fosse ‘votato bene’, mentre in Puglia si mandavano volantini ai malati oncologici e si assumevano persone a tre giorni dal voto… È stata una battaglia durissima”, aggiunge Meloni, ma “la maggioranza ha perso un’altra Regione, il M5S si sta riducendo ai minimi termini, il loro vantaggio anche dove hanno vinto è sempre più ridotto. La sinistra ha giocato sulla paura di perdere la Toscana come aveva fatto con l’Emilia-Romagna per far passare come una vittoria l’essersi riconfermata in territori per loro roccaforti storiche. Un giochetto che dura poco però”.

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Alla domanda se dagli alleati di centrodestra si aspettava di più, Meloni replica:

“Io so che noi di FdI abbiamo fatto il massimo possibile, non ci si poteva chiedere di più. Faremo tutte le valutazioni che dovremo fare quando avremo gli elementi, ma io non sono certo il tipo di persona che si mette a dare la colpa agli altri per i risultati ottenuti”. “Io sono convinta che la competenza conti, e tra gli sfidanti dei governatori uscenti e ricandidati, che avevano obiettivamente un vantaggio competitivo, Raffaele Fitto è quello che ha ottenuto il risultato migliore”, aggiunge Meloni, “che al referendum abbia vinto il Sì ci rende soddisfatti, ma non si azzardino nel M5S a politicizzare a loro vantaggio questo voto. Fosse stato per noi non si sarebbe nemmeno fatto, nessuno dei nostri ha sostenuto con la sua firma la richiesta di referendum. Lo hanno voluto loro per nascondere la débâcle del Movimento alle Regionali, ma hanno ottenuto l’effetto contrario. Perché pur di andare contro il governo moltissimi hanno votato No. Così il No, che sulla carta avrebbe preso più o meno il 5%, ha raggiunto un risultato clamoroso”.

La richiesta di voto anticipato ha ancora senso “perché è sempre più evidente il disallineamento tra questo Parlamento – anche numericamente dopo il referendum – e le forze che ne fanno parte. Non rispetta più la volontà popolare. Ed è vero che il taglio del numero dei parlamentari andrà completato con una riforma costituzionale più ampia, ma non possono essere questa Camera e questo Senato a portarla a termine. Come riformare lo Stato dovrà essere uno dei temi della campagna elettorale insieme ad altri importantissimi per il nostro futuro. E noi di Fratelli d’Italia ci batteremo per il presidenzialismo che è l’unico che dà garanzie democratiche, di stabilità ed efficienza al massimo livello”.

“Quello che non mi aspetto è che, il giorno del voto, possano uscire ricostruzioni giornalistiche, non smentite dal Quirinale, secondo le quali il capo dello Stato non avrebbe sciolto le Camere nemmeno se avessimo vinto in tutte le Regioni. È una cosa che mi ha molto stupito, sia nel merito, perché significherebbe ignorare la volontà popolare, sia nel metodo, perché certe cose possono pesare a urne aperte. Aspettavo una smentita del Quirinale di quelle indiscrezioni, sono stupita che non sia arrivata”, continua Meloni, una nuova legge elettorale “si può fare in fretta eccome, non ci faremo prendere in giro né sui contenuti né sui tempi. Non provino nemmeno a proporre un ritorno a una legge elettorale proporzionale che altro non sarebbe che una legge salva inciucio”. Il sistema maggioritario ha senso “sempre di più. Questo voto ha reso ancora più chiaro che il sistema sta tornando a uno schema bipolare, con il M5S sempre più debole, destinato a perdere ogni ruolo. Una specie di lista civetta del Pd. E quando si voterà, sarà assolutamente chiaro. Il più presto possibile, mi auguro”.

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