Ora Di Maio cerca di calmare gli animi: è stato complice di Salvini – e continua a esserlo – ma può darsi che la violenza che il Ministro degli Interni sta sdoganando inizi a fargli paura. E cerca quindi di buttare acqua sul fuoco, tenendo il piede in due scarpe per non infastidire troppo il suo collega: “trovo assurda l’escalation di insulti e di toni offensivi registrata nelle ultime ore. Non capisco l’esigenza di mettere in piedi questo circo mediatico. Uno Stato sovrano ha le leggi e le fa rispettare. Punto. La capitana verrà giudicata da giudici sulla base delle leggi dello Stato italiano”.
“C’è della rabbia e lo comprendo. Capirla non significa alimentarla, perché poi altrimenti la rabbia si trasforma in insulti violenti” che “vanno sempre condannati”, aggiunge Di Maio.
È vero, uno stato sovrano ha delle leggi. Una di queste leggi, per esempio, l’ha violata Salvini tenendo in ostaggio i migranti della Diciotti. Peccato che l’abbiate salvato, menre Carola Rackete il processo dovrà affrontarlo.
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