Rossi: "La vicenda Csm-Lotti non è giuridica, ma politica"
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Rossi: "La vicenda Csm-Lotti non è giuridica, ma politica"

Il governatore della Regione Toscana: "con il suo passo indietro Lotti ha dimostrato responsabilità"

Enrico Rossi
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15 Giugno 2019 - 16.57


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Sul caso Lotti è intervenuto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, che ha dichiarato: “Il problema è politico e non giuridico, pertanto non interferisce col garantismo del Pd, giacché Lotti indagato è stato giustamente candidato. La questione politica è stata risolta col passo indietro che Lotti ha fatto, dimostrando in questa scelta senso di responsabilità”.
Ci sono tre questioni in ballo per il governatore toscano: innanzitutto “nel Partito Democratico l’apertura di una discussione sull’organizzazione del partito in cui le competenze e i ruoli siano ben definiti, evitando frammistioni di ruoli. Ad esempio sarebbe il caso che il Pd avesse un responsabile giustizia… Insomma il nodo è lo stesso da tempo, quello del partito del leader, del partito leggero o degli staff”.
La seconda questione, evidenziata da Rossi, è “quella della riforma del funzionamento del Csm. Appare evidente che le correnti si sono trasformate in gruppi di potere. Ed è urgente dare ai cittadini la certezza che le nomine all’interno della magistratura avvengano senza logiche spartitorie o che risentono di commistione con interessi particolari. Analogamente ritengo che la soluzione non può essere quella dell’estrazione a sorte. Anche su questo il Pd deve discutere e avanzare proposte chiare”. 
Terza questione che pone Rossi: “La vicenda è di carattere nazionale e vorrei che da nessuna parte fosse strumentalizzata all’interno del partito, correndo il rischio a livello regionale di produrre scontri e divisioni prepolitiche a distanza di poco tempo dalle elezioni regionali, rispetto alle quali va assicurata l’unità e una discussione politica e programmatica senza scontri e personalismi, che avrebbero effetti devastanti”.

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