Pd e Forza Italia attaccano Di Maio: dica la verità sull'impresa del padre
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Pd e Forza Italia attaccano Di Maio: dica la verità sull'impresa del padre

Opposizioni scatenate dopo il servizi de Le Iene che accusava Antonio Di Maio di aver avuto lavoratori al nero

Di Maio
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26 Novembre 2018 - 10.30


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Chi di padre ferisce di padre perisce. O almeno si presta a una campagna politica fatta esattamente secondo gli stessi schemi usati dal M5s quando si trattava di altri. Con l’aggiunta di un Di Maio che ha sempre esaltato l’onestà della propria famiglia e descritto il padre come un imprenditore che faceva sentire i suoi dipendenti come parte di una famiglia.
Ma le cose sembrano diverse. E adesso Pd e Forza Italia si scatenano.
Il Pd: riferisca in Parlamento

“Il ministro Luigi Di Maio venga subito in Parlamento a dare la sua versione dei fatti su quanto trasmesso ieri dalla trasmissione televisiva le Iene. La prima cosa che l’esponente 5 Stelle deve chiarire è se la denuncia di Salvatore Pizzo è da ritenersi attendibile? In caso positivo Di Maio deve dire alle aule parlamentari se il ricorso al lavoro nero è stata una pratica costante ed è proseguita anche negli anni in cui il vicepremier risultava proprietario al 50% della Ardima srl ovvero l’impresa familiare? Di Maio è inoltre a conoscenza di altre pesanti irregolarità che riguardano l’impresa stessa? Serve che il ministro riferisca prontamente in Aula”.
Lo chiedono in un’interrogazione urgente al Presidente del Consiglio e al ministro del lavoro, i senatori del Pd, con la prima firma del presidente del gruppo Andrea Marcucci, delle vicepresidenti Simona Malpezzi e Valeria Valente e sottoscritta da Teresa Bellanova, Alan Ferrari, Caterina Bini, Valeria Fedeli, Daniele Manca, Eugenio Comincini, Stefano Collina, Ernesto Magorno, Davide Faraone, Dario Parrini, Leonardo Grimani, Salvatore Margiotta, Bruno Astorre.
“L’esponente del M5S è stato nel recente passato- aggiungono i senatori- il principale animatore di campagne d’odio. Chissà cosa ne pensa ora che la sua famiglia è accusata di una condotta discutibile, come il ricorso ad un condono edilizio e l’utilizzo di manodopera a nero?”.

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L’attacco di Forza Italia
Non bisogna essere ‘infimi sciacalli’ (copyright Di Maio a proposito dei giornalisti) dopo il servizio delle Iene sul lavoratore in nero pagato dai Di Maio, ma realisti. La storia di Salvatore Pizzo (un cognome che ha inciso un triste destino) assunto in nero e senza tutele dall’impresa dei Di Maio è l’esatta parabola di quello che ripetiamo sui disastri che potrebbe causare il reddito di cittadinanza dei 5Stelle soprattutto al Sud: lavoro nero, sfruttamento e nessuna dignità, oltre a un salasso per i conti dello Stato. Dopo questa storia tristissima, il ministro del Lavoro altrui (per giunta in nero) Luigi Di Maio che dispensa manette dall’alba al tramonto risarcisca il muratore, la pianti di distribuire patenti di illibatezza a chiunque e chieda scusa. E faccia l’unico atto politico conseguente: ritiri la follia del reddito di cittadinanza, che com’è pensato dai 5Stelle non aiuta i poveri ma li espone alla schiavitù dei ‘padroni’ come insegna la storia del signor Pizzo assunto in nero dai Di Maio”. Lo afferma, in una nota, Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato.

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