Bruciano il pupazzo della Boldrini, parlano di "razza bianca" e odiano i 'negri': la storia si ripete e un giorno annienterà anche a te
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Bruciano il pupazzo della Boldrini, parlano di "razza bianca" e odiano i 'negri': la storia si ripete e un giorno annienterà anche a te

Gad Lerner: il fascismo e il razzismo ricordatelo, prima o poi farà del male anche a te.

Giovani padani danno fuoco fantoccio della Boldrini
Giovani padani danno fuoco fantoccio della Boldrini
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Claudia Sarritzu Modifica articolo

26 Gennaio 2018 - 09.40


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Ha scritto su Facebook Gad Lerner: Chi brucia il pupazzo di Laura Boldrini, promette la difesa della “razza bianca” e l’espulsione di centomila stranieri dalla Lombardia, ricordatelo, prima o poi farà del male anche a te. È la triste lezione della storia.

Ieri un fantoccio raffigurante la presidente della Camera Laura Boldrini, con tanto di fotografia corredata da slogan contro le politiche migratorie, è stato dato alle fiamme questa sera dal ‘Movimento Giovani Padani’ della Lega, in piazza a Busto Arsizio (Varese). L’episodio è avvenuto durante la festa tradizionale in onore della ‘ioeubia’, ricorrenza popolare del Nord Italia, nella quale si brucia un fantoccio in segno di buon auspicio, e che nei secoli ha assunto le sembianze di una strega.

E oggi Salvini in una intervista ha contestato le parole di Mattarella elogiando Mussolini: il fascismo ha fatto anche cose buone

E intanto il razzismo lo si può riscontrare nella vita di tutti i giorni. Eccone un esempio. 

“Non mi faccio visitare da un negro” ha detto una paziente che si era presentata nell’ambulatorio della guardia medica di Cantù, trovandosi di fronte al dottor Andi Nganso, 30 anni, nato in Camerun e da 12 anni in Italia. “Ti ringrazio. Ho un quarto d’ora per bere un caffè”, ha postato ironicamente su Facebook il medico, come riportano oggi alcuni quotidiani.
“Sono medico da due anni e capita di rendermi conto che i pazienti sono sorpresi e magari un po’ incerti davanti a un medico nero, ma una reazione tanto violenta – ha poi commentato il dottore, che prima di arrivare a Cantù ha lavorato al centro di accoglienza di Bresso e pure in quello di Lampedusa – non mi era mai capitata prima”. “In diversi casi mi sono trovato davanti persone che non sono riuscite a nascondere la sorpresa e magari anche il loro disappunto. Una volta un bimba mi ha fatto notare con stupore che ero gentile mentre i suoi genitori le dicevano di non parlare con gli uomini neri. In altri casi, con una scusa qualcuno ha lasciato l’ambulatorio. Non me la prendo.
Questa volta però – ha ammesso – la reazione della paziente mi ha spiazzato”. 

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