A Roma, Torino e Bologna travaso di voti da Pd a M5s
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A Roma, Torino e Bologna travaso di voti da Pd a M5s

Il 28,4 per cento dei romani che aveva votato dem alle Europee ha scelto la Raggi.

Gli sfidanti al ballottaggio
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7 Giugno 2016 - 21.31


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A Roma un voto su tre del Pd è andato al m5s. Sulla scia del successo romano della candidata sindaco per il M5s Virginia Raggi i grillini continuano a cantare vittoria. Ma anche il centro destra si è preso le sue rivincite. Ma è tutto oro quel che luccica? Due giorni dopo il voto delle comunali, dall’analisi del voto si passa a soppesare quanto sia reale l’exploit che il Movimento 5 Stelle rivendica. Ma estendendo a ritroso la riflessione sul M5s le cose cambiano e i dati devono essere ben interpretati.

 Il panorama. Una cosa è certa: un elettore su tre del Pd a Roma ha votato per Virginia Raggi. Ma non solo: anche alle elezioni amministrative di Bologna e Torino c’è stato un travaso di voti dai delusi dem verso il Movimento 5 stelle. I grillini invece in entrambi i casi hanno perso voti in favore dell’astensionismo. A Napoli Luigi De Magistris ha guadagnato preferenze da tutti gli schieramenti (e soprattutto da Pd e M5s). A rivelarlo sono l’analisi dei flussi elettorali di Ipr per “Porta a Porta” tra le Europee 2014 e le comunali e il report dell’Istituto Cattaneo che mette a confronto le politiche 2013 e le amministrative. L’Istituto di Bologna ha anche evidenziato come a Torino il 4,7 per cento dell’elettorato ha scelto la grillina Chiara Appendino dopo aver votato il Pd nel 2013, mentre il 5% è passato dal M5s all’astensione. Situazione simile a Bologna dove il 3,6 per cento degli elettori si è spostato dal Pd a Bugani (M5s). Al tempo stesso il 5,9 per cento degli elettori un tempo per il M5s si è astenuto.

 

L’interpretazione. Il vero exploit appartiene al centrodestra, in recupero di ben quattro punti percentuali. A seguire, il centrosinistra che ne recupera circa uno. E i pentastellati? Sono loro a fare le spese della rimonta del centrodestra, perché è il M5s a perdere quasi quattro punti. Anche considerando che in tre capoluoghi, quest’anno il M5s non si è presentato, per l’Istituto Cattaneo “una simulazione ci ha mostrato che questo fatto non altera significativamente il risultato finale”.
Si può dunque parlare di successo del M5s solo confrontando il risultato di domenica con quello delle precedenti comunali, ma se paragonato alle politiche del 2013 l’ultima consultazione “segna per i 5 stelle un momento di stasi se non di arretramento”, laddove per centrosinistra e soprattutto centrodestra segnalano una ripresa. Con l’aggravante di un altro dato evidenziato dall’Istituto Cattaneo: il centrodestra è in recupero, eppure è proprio il suo elettorato di riferimento a rifugiarsi maggiormente nell’astensione alle elezioni amministrative, mentre quello del Movimento 5 Stelle è più fedele e radicato, con qualche eccezione come Bologna, dove risulta non pervenuto il 39% degli elettori del movimento delle politiche.

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Roma, un elettore su 3 deluso dal Pd ha scelto Raggi  Secondo l’analisi di Ipr per “Porta a Porta”, il 28,4 per cento dell’elettorato dem alle Europee del 2014, ha scelto di votare per Virginia Raggi. La candidata grillina ha poi guadagnato il 19,3 per cento dalla lista Tsipras e una quota consistente dal centrodestra (il 15,1% da Fi e il 12,3% da Fratelli d’Italia). L’avversario del centrosinistra Roberto Giachetti invece ha ottenuto il 19% dall’ex lista Tsipras e solo il 3,6% dal M5s. La metà degli elettori di Forza Italia ha invece scelto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e solo il 28,4% ha optato per il candidato appoggiato da Silvio Berlusconi Alfio Marchini.

 

Torino, il 17,3% degli elettori dem ha scelto Appendino. Secondo l’analisi Ipr, il 17,3 per cento degli elettori Pd delle Europee ha Torino flussiscelto Chiara Appendino (il 10,3 di Fi e il 12,5 della Lega Nord e il 14,7 della ex lista Tsipras). Il candidato del centrosinistra Piero Fassino ha preso solo il 5,5 degli elettori grillini.

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Il report dell’Istituto Cattaneo invece si basa sul confronto con le politiche del 2013. Ben il 4,7% dell’elettorato ha scelto la Appendino dopo aver votato Pd alle politiche del 2013. Anche il M5s, tuttavia, ha perso una quota significativa di elettori (corrispondente al 5,3% del corpo elettorale) verso l’astensione. Ancora più consistente il contributo proveniente dal centrodestra nei confronti dell’astensione (7,4%), mentre è il Pd quello che meno contribuisce alla crescita degli astensionisti (con una quota pari all’1,4% del corpo elettorale). Nella prospettiva del ballottaggio, secondo il Cattaneo, due ulteriori elementi meritano attenzione: non esistono flussi significativi tra la sinistra radicale e il M5s, il che lascerebbe intendere una certa “incomunicabilità” tra i due elettorati nel contesto torinese. Dall’altro lato, si evidenzia la presenza di un flusso di voti (pari all’1,4% dell’elettorato) che dal M5s raggiunge il candidato sindaco sostenuto dalla Lega nord.

Bologna, record astensione di delusi M5s e centrodestra. Il report dell’Istituto Cattaneo ha evidenziato inoltre che il 3,6% dell’elettorato di Bologna ha scelto Bugani (M5s) dopo aver votato il Pd alle politiche del 2013, mentre il 2,1% ha sostenuto la Borgonzoni (Lega) dopo aver scelto Bersani. Allo stesso tempo, il M5s, il centrodestra e liste di centro perdono numerosi consensi – superiori rispetto alle perdite del Pd – verso l’astensione. Dai flussi elettorali emerge anche la forte capacità attrattiva di Lucia Borgonzoni di intercettare voti in modo trasversale, da sinistra a destra, compreso il M5s (sia dal Pd che dal M5s arrivano a Borgonzoni quote pari al 2,0% del corpo elettorale). Virginio Merola, invece, risulta, secondo i ricercatori del Cattaneo, scarsamente attrattivo al di fuori della sua area di riferimento. A parte un flusso proveniente dalla coalizione centrista di Monti (1,4% del corpo elettorale), gli altri flussi sono praticamente irrilevanti. Anche dalla sinistra (chi ha votato Sel o Rivoluzione civile nel 2013) non arriva quasi nulla a Merola: gli elettori di quest’area preferiscono l’astensione o Federico Martelloni.

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Napoli, metà degli elettori Pd e M5s per De Magistris. Secondo i dati Ipr per “Porta a Porta”, se analizziamo i movimenti degli elettori tra le Europee e le scorse comunali vediamo che a Napoli il vincitore Luigi De Magistris ha pescato soprattutto da chi nel 2014 ha votato per la lista Tsipras (84,4 per cento dell’elettorato), poi in egual consistente misura dal Pd (52 per cento) e dal Movimento 5 stelle (50%) e infine da Forza Italia (25,3%). Più compatto l’elettorato del centrodestra: il candidato Gianni Lettieri ha preso il 40,5% dei voti da chi alle Europee ha votato Fi e in piccolissime percentuali (intorno al 2 per cento) da Pd e 5 stelle. La democratica Valeria Valente invece ha un elettorato che proviene da Pd (38,7%), ex per la lista Tsipras (10,2%), Fi (15,1%) e M5s (7,9%).

Cagliari, la sinistra ha confermato il sostegno a Zedda. Infine l’analisi dell’Istituto Cattaneo si è soffermata anche sulla riconferma al primo turno di Zedda. Il risultato, si legge nel report, è frutto della sua capacità di “fare il pieno” tra gli elettorati dei partiti che lo sostengono e conquistare voti anche nei partiti degli altri schieramenti. Gli elettori della sinistra, in larga maggioranza, hanno confermato il voto a Zedda, così come gli elettori del Pd (che però hanno perso un flusso non trascurabile verso l’astensione, il 4,3% del corpo elettorale). L’elettorato cagliaritano del Movimento 5 stelle, in compenso si è rivelato poco “fedele”. Si osservano infatti flussi che dal partito fondato da Grillo sono andati sia verso Zedda (il 3,9% del corpo elettorale), sia verso il candidato del centrodestra Massida (il 5% del corpo elettorale), sia infine verso l’astensione (il 5,7% del corpo elettorale).

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