“Il mondo vuole più Europa, ma la percezione è stata di un’Europa centrata sull’economia, sui vincoli sui parametri e sull’austerità. Oggi possiamo dire che questo atteggiamento è stato un errore e il cambiamento impresso dalla Commissione Juncker andava immaginato negli ultimi sei anni e non negli ultimi sei mesi”. Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel suo intervento al Parlamento europeo a Strasburgo per la chiusura del semestre di presidenza italiana del Consiglio Ue.
Insomma negli ultimi sei mesi in Europa “c’è stato un cambiamento profondo nella direzione, anche se non ancora nei fatti”, ha sottolineato Renzi nel suo discorso in cui ha citato Dante Alighieri e l’Ulisse della Divina Commedia. Dopo aver evocato la figura di Telemaco nell’intervento di apertura dello scorso luglio, il premier si è rivolto all’Aula di Strasburgo con i versi del poeta fiorentino attribuite a Ulisse.
“Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtù e conoscenza”, ha citato, mentre in Aula gli eurodeputati euroscettici continuavano a rumoreggiare. “So che per alcuni di voi è difficile leggere più di due libri – ha detto – ma spero che il Parlamento europeo scelga se vuole vivere come bruti e seguire la demagogia per qualche mezzo punto in più o se seguire la virtù che è rappresentata dall’Europa”.
Nei sei mesi di presidenza italiana del Consiglio Ue “abbiamo fatto molto nel nostro Paese. Ma ciò che serve all’Italia lo fanno i cittadini italiani e non le istituzioni europee”, ha sottolineato il premier aggiungendo che “abbiamo dato all’Europa più risorse di quante ne abbiamo ricevute: circa 20 miliardi all’anno, ricevendone circa la metà”.
E ha aggiunto che “abbiamo contribuito a salvare Paesi amici e banche di altri Paesi e non abbiamo ricevuto e messo un centesimo a beneficio dei nostri istituti di credito. L’Italia crede nell’Europa e nei suoi valori e non chiede aiuto ma offre la sua grande storia”.
L’intervento di Renzi è stato applaudito, in particolare per i passaggi dedicati al terrorismo e ai valori dell’Europa, ma è stato anche contestato e accompagnato da un rumoreggiamento continuo dai banchi dei deputati euroscettici. In particolare un deputato britannico dell’Ukip ha ripetuto la parola ‘rubbish’ (spazzatura) per oltre dodici volte. “Attenzione – ha avvertito il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz- che se continua a ripetere quella parola, i suoi colleghi finiranno per chiamarla così”.
Renzi ha anche fatto un riferimento a Napolitano, “un convinto europeista” che “ha affrontato le difficoltà in Italia con grande saggezza”, e all’attacco a Charlie Hebdo: “Il rischio è pensare che la paura ci possa fermare e immobilizzare. Alzare muri significa non essere europei”. “Vogliono cambiare il nostro modo di vivere”, ha continuato, “ma non possiamo in nome della nostra sicurezza vivere rannicchiati.
Da uomo di governo e di sinistra vi dico che non lasceremo mai la parola identità a chi grida più forte”. “Il nemico non è la religione, ma il fanatismo”, ha poi sottolineato il presidente del Consiglio. “Il contrario di identità non è integrazione ma anonimato. E il contrario di integrazione è disintegrazione e distruzione”, ha detto ancora Renzi.
Argomenti: matteo renzi