Il Senato a passo di canguro verso il campo di rugby
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Il Senato a passo di canguro verso il campo di rugby

Spetterebbe al governo favorire una mediazione politica intelligente e in grado di sciogliere i nodi più importanti. Basta però ultimatum. [Nuccio Fava]

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1 Agosto 2014 - 18.24


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di Nuccio Fava

Il clima a palazzo Madama lo abbiamo “ammirato” tutti con grande sgomento. I Tg l’hanno rappresentato in abbondanza e forse anche con eccessiva insistenza. La rissa attira sempre più della quiete e della pacatezza, stuzzica curiosità, fa crescere ascolti e lettori.

Spesso l’informazione per tante ragioni complesse a cominciare dalla cultura e dalla qualità professionale dei giornalisti, finisce per concentrarsi più sulla “schiuma” senza dirci quasi nulla della “birra” che sta più in basso nel boccale, delle sue qualità o meno di gusto, di tasso alcolico, di potere calorico. In ogni caso tuttavia l’informazione resta bene prezioso ed indispensabile, pur con i suoi limiti e i suoi difetti inevitabili perché in certa misura correggibili in un dinamico equilibrio delle differenti fonti e punti di vista, in cui si sostanzia l’indispensabilità di un vero pluralismo. Ecco perché siamo preoccupanti per la sospensione della pubblicazione de L’Unità e dell’annunciata uscita di De Bortoli per la prossima primavera dalla direzione del Corriere della Sera, per la seconda volta e con un trattamento di fine rapporto tutt’altro che disprezzabile.

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Purtroppo queste vicende, in giornali pur così diversi, destano non poche preoccupazioni. Accresciute dal modo in cui si svolge il confronto-scontro al Senato su temi così delicati e cruciali per le nostre istituzioni democratiche. Proviamo in sostanza rammarico per la modestia se non l’assenza di una qualità adeguata di contributi che riteniamo grave. Influenza negativamente il clima complessivo del dibattito e il distacco quasi complesso dell’opinione pubblica e dei cittadini. Forse anche per il carattere bellicoso di ultimatum e di rigide scadenze temporali, quasi si volesse ad ogni costo approvare una riforma già perfetta in sé che non richiedesse vero dialogo e adeguati approfondimenti. Le battaglie campali annunciate con trombe e fanfare finiscono spesso con sonore sconfitte e lasciano sul campo morti, feriti e un’atmosfera di risentimento e rotture che non giovano a nessuno.

Dopo la tempesta con una senatrice finita in ospedale, con provvedimenti disciplinari già annunciati, col perdurante abbandono dell’Aula da parte della Lega e di Sel, ciò nonostante il dibattito è risultato molto più qualificato e costruttivo, con una sospensione di lavori sino alle ore 16 con l’intendimento unanime, finalmente, di procedere dialogando davvero e senza innalzare barricate.

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Spetterebbe al governo a questo punto favorire insieme ai due relatori una mediazione politica intelligente e in grado di sciogliere almeno alcuni dei nodi tra i più importanti, per favorire in ogni caso una prosecuzione più serena e realizzatrice. Basta però ultimatum, accuse di disfattismo ed irresponsabilità a chi sostiene tesi e orientamenti diversi. Anche i tempi non sono una insuperabile tagliola perché anche in politica come nella vita, l’importanza del tempo è straordinaria, soprattutto per come lo utilizziamo e lo sappiamo fruttificare.

Proprio il nuove presidente della corte Costituzionale Tesauro osservava nel primo incontro con i giornalisti, che specie per le riforme costituzionali, non bisognerebbe avere troppa fretta, se si vuole portare a termine un proficuo lavoro.

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