Boschi: no alle dimissioni degli indagati
Top

Boschi: no alle dimissioni degli indagati

Dopo il caso di Antonio Gentile, non indagato, il ministro per i Rapporti con il Parlamento risponde al grillino Bianchi: «Rispettare la presunzione di innocenza».

Boschi: no alle dimissioni degli indagati
Preroll

Desk2 Modifica articolo

5 Marzo 2014 - 18.32


ATF

Il sottosegretario Barracciu “potrà dare un contributo al governo di questo Paese” e l’esecutivo “non ha intenzione chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia”, perché ciò rispetta “il principio fondamentale della presunzione di innocenza”. Queste sono le parole del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, rispondendo alla Camera a una interrogazione del Movimenti 5 stelle in merito alla nomina di Francesca Barracciu a sottosegretario per i Beni e le attività culturali e il turismo, dopo le dimissioni di Antonio Gentile, non indagato.

Il sottosegretario Barracciu, ha aggiunto il ministro, “ha acquisito una notevole esperienza politica e amministrativa sia come consigliere comunale, assessore e sindaco della propria città, che come consigliere regionale e come membro del Parlamento europeo”.

Per quanto attiene il procedimento in corso, ha spiegato Boschi, “ad oggi il sottosegretario risulta nell’elenco degli indagati. Non è intenzione di questo governo chiedere le dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia ma eventualmente per motivi di opportunità politica. Noi tutti abbiamo giurato sulla Costituzione e sappiamo che uno dei principi fondamentali è la presunzione di innocenza. L’avviso di garanzia è un atto dovuto posto a tutela di ogni indagato per poter esercitare pienamente il diritto di difesa, non è un’anticipazione di condanna”.

Boschi ha ricordato poi che il sottosegretario Barracciu ha chiesto “un’accelerazione dei tempi” dell’inchiesta, e ha affermato che all’esito di questa “il governo valuterà se suggerire le dimissioni al sottosegretario”. “Si devono rispettare i principi fondamentali della nostra Costituzione – ha concluso – compresa la presunzione di innocenza che per noi è irrinunciabile”.

L’interrogazione del M5s, primo firmatario il deputato Nicola Bianchi, segue la contestazione della scelta dell’europarlamentare sarda, indagata per peculato per il periodo in cui è stata consigliera regionale, vicenda che a fine 2013 l’aveva costretta a ritirarsi dalla corsa elettorale per il governo della Sardegna nonostante avesse vinto le primarie del centrosinistra sardo.

Durante la replica, il deputato Bianchi ha ribadito che il Movimento 5 Stelle “chiede a gran voce il ritiro della nomina di Barracciu” che “ha sperperato soldi pubblici per 33 mila euro in rimborsi benzina”. Il M5s sollecita il governo ad adottare iniziative per “salvaguardare le istituzioni da nomine governative dettate dal conflitto di ruoli, dall’incompetenza e dall’inopportunità”.

Native

Articoli correlati