«Il pluralismo è un segno di democrazia. Quando l’offerta politica si restringe a due o tre partiti la conseguenza è che una bella fetta della popolazione non si identifica più nella politica e preferisce non votare. In tempi di antipolitica non è il momento di restringere la rappresentanza». La presidente della Camera Laura Boldrini è intervenuta sulla soglia di sbarramento chiedendo di «difendere i piccoli partiti».
Quanto al premio di maggioranza, «non deve essere così alto da tradire la volontà degli elettori». «I partiti hanno promesso di cambiare la legge elettorale e ora, dopo 10 mesi, forse ci siamo. La gente se lo aspetta», dice Boldrini, secondo cui la legge «dev’essere la più condivisa possibile, perchè riguarda l’assetto del Paese ed è giusto che veda la convergenza di tutti i gruppi».
Sull’ultimatum lanciato dal segretario del Pd Matteo Renzi, se il voto segreto affossa la legge si va a votare, «non so se, proprio ora, sia utile porre in modo così netto questo aut aut», commenta Boldrini. «Agitare come uno spauracchio le elezioni non serve, perchè non si può sempre andare a votare. Prima ci vuole una nuova legge elettorale che garantisca la governabilità. La nuova legge – prosegue – deve coniugare due esigenze: la rappresentanza e la governabilità».
In merito alle preferenze, «i cittadini devono poter scegliere il candidato. Le soluzioni possono essere tante. Non va però dimenticato che in passato le preferenze multiple hanno creato problemi e i referendum le hanno bocciate», dichiara Boldrini, che dice no alle candidature multiple. Parlando del centrosinistra, «trovo innaturale la spaccatura tra Pd e Sel», afferma Boldrini. «Sarebbe importante per il Paese costruire una piattaforma comune progressista, che si sviluppi intorno ad una stessa visione di società e che abbia anche la forza di attrarre a sè chi è deluso».
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