Nel Pdl scatta l'ora dei ricatti ai dissidenti
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Nel Pdl scatta l'ora dei ricatti ai dissidenti

I cinque ministri critici verso la linea dura di Berlusconi avvertono Sallusti: con noi non funzionerà il metodo Boffo.

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30 Settembre 2013 - 13.21


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“Sallusti non ci fai paura, con noi il metodo Boffo non funziona”. Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliarello replicano con una durissima nota congiunta all’editoriale pubblicato oggi dal direttore de Il Giornale. “Se pensa di intimidire noi e il libero confronto dentro il nostro Movimento politico, si sbaglia di grosso”, avvertono i cinque ex ministri dissidenti. “Se intende impaurirci con il paragone a Gianfranco Fini, sappia che non avrà case a Montecarlo su cui costruire campagne. Se il ‘metodo Boffo’ ha forse funzionato con qualcuno, non funzionerà con noi che eravamo accanto a Berlusconi quando il direttore de Il Giornale lavorava nella redazione che divulgò la notizia dell’informazione di garanzia al nostro presidente, durante il G7 di Napoli, nel 1994”.

“Eversivo è alzare le tasse, liberale è non farlo”. Titola così l’editoriale che ha suscitato la reazione irata di tutti i ministri del Pdl, Angelino Alfano in testa. Sallusti scrive che i ministri “con qualche distinguo di forma e di sostanza, si adeguano, ma non condividono al punto di ventilare un loro futuro fuori da Forza Italia, non si capisce se sulle orme di quel genio di Gianfranco Fini”.

Precisazione questa, che ha spinto Alfano, De Girolamo, Lorenzin, Lupi e Quagliarello a evocare il “metodo Boffo”. Sallusti se la prende in particolare con Quagliariello, definito “professore” per aver fatto parte del comitato dei saggi che in primavera furono scelti da Napolitano per sbrogliare la matassa del governo e porre le basi per le larghe intese. “Si sa come sono fatti i professori – scrive Sallusti – galantuomini che sanno tutto, ma che sanno fare poco, se non appunto i professori. I precedenti non mancano” osserva il direttore citando la Fornero. Nel mezzo della polemica è arrivata la notizia delle decisioni irrevocabili da parte dei cinque ministri. Dal canto suo Sallusti ha fatto sapere che nemmeno lui ha paura. Dino Boffo si dimise nel 2009 dalla direzione de L’Avvenire in seguito a un articolo pubblicato dal Giornale diretto da Feltri in cui si parlava di una vicenda giudiziaria per molestie avvenuta sette anni prima, nel 2002.

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