Escort, il pm di Bari: Berlusconi pagò il silenzio di Tarantini
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Escort, il pm di Bari: Berlusconi pagò il silenzio di Tarantini

Secondo una notifica della procura di Bari, il Cav avrebbe pagato l’imprenditore barese tramite Lavitola, per celare la verità sul giro di escort davanti ai pm.

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20 Luglio 2013 - 12.42


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È partita da Bari la notifica di chiusura indagini per la vicenda giudiziaria che vede coinvolti il faccendiere Valter Lavitola e l’ex premier Silvio Berlusconi accusati di aver indotto Gianpaolo Tarantini a mentire alle autorità giudiziarie relativamente all’inchiesta sul giro di escort.

Il titolare del fascicolo è il Procuratore aggiunto di Bari Pasquale Drago che ascoltò come indagato Berlusconi nel maggio scorso. L’atto di notifica conterrebbe due capi di incolpazione entrambi riferibili, ma con diversa esplicitazione al reato di induzione a mentire all’autorità giudiziaria.

In sostanza, secondo l’accusa, l’ex direttore dell’Avanti Lavitola, con 500mila euro provenienti da Berlusconi, avrebbe indotto Giampaolo Tarantini a mentire ai pm che indagavano sul traffico di ragazze che lo stesso imprenditore barese portava alle feste nelle residenze dell’ex premier. Sulla qualificazione giuridica dei fatti contestati c’è già stato un pronunciamento della Cassazione che, confermando l’arresto di Lavitola, ha ritenuto che “l’assunto accusatorio” appare “sorretto da idonea e congrua motivazione e tale condotta integra la fattispecie criminosa contestata”.

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