La Began piange in aula: ho amato tanto Berlusconi
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La Began piange in aula: ho amato tanto Berlusconi

Sabina Beganovic rischia la condanna a 3 anni di reclusione: le accuse sono di di reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione

La Began piange in aula: ho amato tanto Berlusconi
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9 Novembre 2015 - 21.00


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“Ho amato tanto quest’uomo e avrei fatto qualunque cosa per lui”. Queste le parole Sabina Beganovic, nell’ambiente nota come Began e “ape regina” delle feste di Silvio Berlusconi, scoppiata subito a piangere dopo poche parole pronunciate davanti ai giudici di Bari rendendo dichiarazioni spontanee. “Berlusconi era un uomo meraviglioso – ha detto la ragazza – fantastico. Per me è stato prima un fidanzato poi come un padre”. Parole che lasciano a bocca aperta, ma non più di altre confessioni ascoltate negli ultimi anni in merito al caso ‘escort’ che coinvolge, oltre agli altri, anche Gianpaolo Tarantini.

La Began, vestita rigorosamente di nero (come se fosse in lutto – ? – o volesse impietosire i giudici) ha deciso di partecipare oggi all’ultima udienza: è imputata insieme con altre sei persone, tra cui l’imprenditore barese (anche lui in aula), con le accuse di reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Sabina rischia la condanna a 3 anni di reclusione.

“Quando si ama una persona gli si dedica la vita. Io volevo difendere il presidente. Ho anche dichiarato che facevo i bunga bunga ma tutti sanno che non era vero. Io lavoravo, non avevo bisogno di fare prostituire ragazze per guadagnare”. Sempre tra lacrime e singhiozzi, la ragazza ha spiegato ai giudici di aver “organizzato tante cene, l’ho fatto per lui (Silvio Berlusconi, ndr), – ha detto – perché lui diceva che aveva bisogno di loro. Volevo compiacerlo. Oggi mi pento e chiedo a Dio di perdonarmi”.

In aula ha aggiunto: “Vi chiedo di giudicarmi con il cuore e non solo con la legge”. Dopo l’arringa del suo difensore nel processo escort in corso a Bari, ha chiesto nuovamente di rendere dichiarazioni spontanee. “Il mio compito era portare ragazze per rendere felice il presidente”. “Era un teatro, un gioco, tutto doveva essere perfetto. Non ero contenta – ha detto – delle ragazze che aveva portato Tarantini e mi scuso per aver usato in quella circostanza parole dure contro di loro perche’ non erano eleganti”.

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