Non chiedo scusa, la Kyenge torni in Congo
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Non chiedo scusa, la Kyenge torni in Congo

Ennesime dichiarazioni intolleranti verso il ministro dell'Integrazione. Protagonista un consigliere comunale di Modica che prima ha chiesto scusa ma poi ci ha ripensato.

Non chiedo scusa, la Kyenge torni in Congo
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19 Luglio 2013 - 23.05


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Le sue dichiarazioni avevano prodotto un vespaio di polemiche tanto da avere chiesto scusa. Poi però ci ha ripensato.
“Io sono del parere che la ministro Kyenge sia più opportuna per aiutare il Congo, suo paese di provenienza. Magari non necessita che sia per forza ministro, ma essendo più vicina al Congo direttamente sarebbe più efficace”: parole in libertà del consigliere comunale di Modica (Ragusa), Giuseppe Grassiccia, eletto solo pochi mesi con la lista “Fare Modica”, che sostiene il sindaco Ignazio Abbate.

Tutto è partito da un post sulla propria pagina di facebook, dove aveva rilanciato un estratto di un giornale con il titolo “Fatti a pezzi e gettati in un fiume i tredici aviatori italiani nel Congo, e accanto alla foto di Kyenge, la scritta “ministro questa cosa è stata fatta dal suo amato popolo, lei non si permetta mai più a dare insegnamenti di civiltà agli italiani, lei deve tornare in Congo”.

L’articolo fu preso da un quotidiano di oltre 50 anni fa e si riferisce all’eccidio di Kindu del novembre 1961, quando furono uccisi tredici aviatori italiani del contingente inviato dall’Onu in Congo, dove infuriava la guerra civile. Il consigliere continuava: “Non posso personalmente tollerare che in Italia arrivino clandestini da tutte le parti, vengono mantenuti come signori e i poveri italiani se ne stanno a casa senza privilegi”, e per giunta governati da ministri di “altri Paesi”.

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