Il Pd candida l'investigatore di Piazza Fontana
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Il Pd candida l'investigatore di Piazza Fontana

In lista alla Camera Gianluca Santilli, maresciallo dei carabinieri in servizio che ha indagato sulle stragi neofasciste. [Cinzia Gubbini]

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15 Gennaio 2013 - 15.50


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di Cinzia Gubbini

Toh, chi si vede, proprio in fondo alla lista del Pd per la Camera (ultimo nel collegio Lazio 1, posizione 42, seggio impossibile): Gianluca Santilli. La cosa ha una certa rilevanza, se non altro da un punto di vista storiografico: Santilli è infatti il maresciallo del Ros che ha indagato negli anni ’90 su piazza Fontana. Inoltre è un carabiniere in servizio a tutti gli effetti. Dunque una figura non proprio “di casa” nel Partito Democratico, che comunque con la candidatura delle forze dell’ordine ha una vecchia abitudine: il caro vecchio Bruno Ferrante per dirne una, ma anche l’ex prefetto Achille Serra (che era già passato per Forza Italia e poi è finito all’Udc).

Santilli però è di un’altra pasta, e infatti lo si vede dalla posizione in lista (direbbero i maligni). Da tempo ha fatto la scelta di passare in politica, nel Pd, nonostante indossi virtualmente ancora la divisa: è consigliere nel VI municipio della capitale e responsabile comunicazione del Pd romano.

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Sua l’indagine da carabiniere dei Ros – la “bis – su piazza Fontana, che denunciò le trame nere dietro alla strage del 12 dicembre del 1969, origine di parecchi mali e comunque mai effettivamente chiarita. E su cui si continua a ricamare: chi portò la bomba, scambi di persona, l’anarchia che continua ad essere – 40 anni dopo – un ottimo capro espiatorio su cui gettare ombre di dubbio.

L’indagine dei Ros, una volta tanto, era stata piuttosto chiara: chiare le responsabilità di Ventura, Freda, Delfo Zorzi. Nel 2005 Zorzi fu assolto dalla Cassazione, con un sentenza in cui si diceva però che l’inchiesta aveva portato abbastanza elementi per giudicare Freda e Ventura colpevoli. Incredibili giravolte giudiziarie. Su cui Santilli ha sempre detto “mi sento umiliato”. E anche da qui, forse, la volontà di provare a cambiare le cose in politica.

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