Dietrofront Berlusconi: non me ne vado più
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Dietrofront Berlusconi: non me ne vado più

Berlusconi ci ripensa. Accusa i giudici di faziosità, dicendo che la condanna è fantascientifica e che resterà in politica per riformare la giustizia.

Dietrofront Berlusconi: non me ne vado più
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27 Ottobre 2012 - 13.27


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Berlusconi ci ripensa e fa dietrofront. Addio alle armi? Ma neanche per sogno. Quarantotto ore dopo l’addio parla con il Tg5 e accusa i giudici di faziosità, dicendo che la condanna è fantascientifica e che resterà in politica per riformare la giustizia.

Agguerrito, ferito, attacca: “A Roma la Cassazione mi ha assolto con formula piena sulla stessa materia. Come mai non si è tenuto conto di questo? Forse giudice Davossa è molto prevenuto contro di me. O forse in tutto questo si devono trovare delle spiegazioni di natura politica”

Parlando al Tg5 torna sulla condanna per la vicenda dei diritti Tv: “Delle conseguenze ci saranno. Mi sento obbligato a restare in campo per riformare il pianeta giustizia perché ad altri cittadini non capiti ciò che è capitato a me”. Un bel dietrofront a due giorni dall’annuncio dell’addio alla ricandidatura. Ma la storia si ripete, il suo mondo personale incide sulla sua vita politica e su quella del paese. Così, dopo la sentenza di condanna a 4 anni (tre condonati) nel processo sui fondi neri di Mediaset Silvio Berlusconi ha cambiato idea. C’è da difendersi sul campo, e quale modo migliore che restare nell’arena politica?

Immaginiamo i salti di gioia dei suoi colleghi di partito che già festeggiavano la dipartita politica pronti a sfidarsi per l’eredità.



  IL TRAMONTO DI SILVIO


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