Corruzione, perquisita la Fondazione Milano-Cortina 2026: indagato l'ex Ad e altre due persone
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Corruzione, perquisita la Fondazione Milano-Cortina 2026: indagato l'ex Ad e altre due persone

Nel mirino dei pm alcune presunte irregolarità negli appalti dei servizi digitali alla Fondazione organizzatrice dei Giochi Olimpici invernali del 2026.

Corruzione, perquisita la Fondazione Milano-Cortina 2026: indagato l'ex Ad e altre due persone
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21 Maggio 2024 - 14.39


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L’ex ad della Fondazione Milano-Cortina, Vincenzo Novari, un ex dirigente della Fondazione e l’ex rappresentante legale della Vetrya (ora Quibyt) che si era aggiudicata l’incarico per lo sviluppo dei servizi digital dell’evento, sono indagati per corruzione e turbata libertà d’incanto. 

Nel mirino dei pm alcune presunte irregolarità negli appalti dei servizi digitali alla Fondazione organizzatrice dei Giochi Olimpici invernali del 2026. In particolare, precisa il procuratore Marcello Viola in una nota, l’inchiesta milanese riguarda presunte irregolarità “nelle procedure di affidamento delle prestazioni tecnologiche per le Olimpiadi invernali”. Le indagini “si sono focalizzate sull’aggiudicazione dell’ecosistema digitale e della sicurezza delle infrastrutture informatiche della Fondazione Milano Cortina 2026” e hanno portato alla luce l’esistenza “di un accordo corruttivo tra tre soggetti iscritti nel registro degli indagati”.

Secondo la prima ricostruzione degli inquirenti milanesi, le irregolarità riguardano in particolare “procedure adottate per la scelta dei fornitori e degli sponsor tecnologici nonché per l’assunzione di dipendenti della Fondazione”. Così sono scattate perquisizioni della Gdf “nelle province di Milano, Roma, Parma e Terni”, precisa ancora il procuratore di Milano.

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Per l’accusa formulata dalla procura di Milano, soldi e altre utilità, come una Smart, sono stati usati “per compiere atti contrari al proprio ufficio e segnatamente favorire l’affidamento delle gare relative al cosiddetto ecosistema digitale di Fondazione Milano-Cortina”. 

Secondo la ricostruzione dei magistrati milanesi, i due dirigenti dell’ente “ricevevano dall’imprenditore Luca Tomassini somme di denaro e altre utilità o comunque ne accettavano la promessa”. Tutto ciò in cambio, si legge nel decreto di perquisizione firmato dai pm, di “successive aggiudicazioni delle stesse a favore di Vetrya ed emissione di fatture da parte di Vetrya e Quibiyt, nei confronti della Fondazione, per importi complessivamente non inferiori a 1.895.346,60 euro”.

I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il marzo 2020 e il marzo 2021. Sono alcune informative della Gdf ad aver fatto emergere “sia la concreta estrinsecazione dei rapporti economici di Vetrya spa la Fondazione Milano-Cortina 2026 sia dalla notizia dell’effettiva aggiudicazione da parte di Vetrya, dalla stessa comunicata via ‘Twitter’ in data 15 marzo 2021, della ‘gara’ relativa all’incarico per lo sviluppo dei servizi digitali delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano Cortina 2026”.

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Nell’indagine della procura, c’è anche il presunto tentativo di pilotare il televoto per la scelta del logo di Milano-Cortina 2026. Come si legge nel decreto di perquisizione, Massimiliano Zuco, era “attivo in interlocuzioni” con Luca Tomassini, con il quale avrebbe insistito affinché uno dei due loghi relativi all’evento “oggetto di ‘televoto’ pubblico (…) avesse la meglio sull’altro”.

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