Scomparsa di Gessica, il 'pasticciaccio' di Favara si complica
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Scomparsa di Gessica, il 'pasticciaccio' di Favara si complica

Più che un giallo, un noir in uno sfondo inquietante. Vincenzo Lattuca, fratello di Gessica, la ragazza scomparsa nel 2018 da Favara per cui di recente era indagato con l'accusa di averla uccisa, è morto improvvisamente.

Scomparsa di Gessica, il 'pasticciaccio' di Favara si complica
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21 Giugno 2023 - 16.28


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Quel pasticciaccio di Favara si complica maledettamente. Più che un giallo, un noir in uno sfondo inquietante. Vincenzo Lattuca, fratello di Gessica, la ragazza scomparsa nel 2018 da Favara per cui di recente era indagato con l’accusa di averla uccisa, è morto improvvisamente. Tutto lascia pensare ad una overdose, ma i tempi di questa storia suggeriscono un’attenta considerazione dei fatti. Certo, appare strano che un uomo che – a quanto pare – con la droga ha avuto a che fare a lungo, muoia di droga pochi giorni dopo essere stato indagato per la scomparsa della sorella. Un atto, quello della magistratura, che era apparso clamoroso e che – clamorosamente – era stato salutato positivamente dallo stesso indagato. Vincenzo Lattuca è nelle carte di un’inchiesta su una sanguinosa faida tra Favara e il Belgio. Mafia e  droga.

Ricordiamo che Gessica era sparita in una sera d’estate, senza che nessuno vedesse, senza che nessuno sapesse. Eppure Gessica non era sconosciuta in paese, non passava inosservata, e Favara non è paese dove si possa fare qualcosa senza che nessuno sappia, senza che la mafia – qui con antiche tradizioni – non sappia.

Ieri sera il 43enne ha avvertito un malore mentre si trovava nell’abitazione del padre dove viveva. Sul posto è arrivata un’ambulanza che lo ha soccorso e ha provato a trasportarlo in ospedale dove è arrivato già morto. Anche questo atto dell’affaire si è svolto nella casa dei Lattuca, lìm dove Vincenzo viveva al momento della scomparsa di Gessica. E sono state alcune tracce ematiche di Gessica a spingere la magistratura ad indagare sul fratello della scomparsa

Enzo Lattuca, 43 anni, era stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di avere ucciso a botte la sorella e aver fatto poi sparire il cadavere. L’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di un litigio. Resta da capire su cosa litigavano, per cosa. Forse Gessica aveva sentito e visto quel che non doveva sentire e vedere? Lite, si ipotizza, provocata dallo stato di ubriachezza della donna. Questo secondo la versione di chi? Certo lo stato di ubriachezza non è il risultato di una autopsia, considerato il fatto che di Gessica non si è mai trovato il corpo. Interessante invece l’ipotesi della magistratura: il fratello, secondo la nuova ipotesi su cui lavoravano il procuratore reggente di Agrigento Salvatore Vella e il pm Paola Vetro, sarebbe stato commesso insieme ad alcuni complici così come la successiva distruzione del cadavere che non è stato mai trovato. Chi ha aiutato Vincenzo ? Chi avrebbe avuto interesse a far morire Gessica e farne sparire il corpo.

“Io e la mia famiglia ci siamo rimasti male – aveva detto Vincenzo quando la notizia che era stato iscritto nel registro degli indagati era diventata di dominio pubblico – ma è un bene che la Procura vada avanti così le ricerche continuano e sono quasi cinque anni che mia sorella manca. Manca a noi e manca ai suoi figli. Speriamo in Dio e nella Procura che qualcuno parli e ce la faccia trovare. Spero con tutto il cuore che procura e squadra mobile arrivino a una svolta”. Vincenzo aveva sempre ammesso di aver visto per l’ultima volta la sorella nella casa del padre la sera del 12 agosto di cinque anni fa, la sera della scomparsa della ragazza. Nell’estate del 2018 tanti gli appelli lanciati proprio da Vincenzo: chiedeva di fornire, anche in forma anonima, elementi utili al ritrovamento di Gessica. E invece, ad arrivare più che utili indicazioni e segnalazioni, tanti depistaggi, aiutati anche da anonime scritte sui muri della città. Adesso, gli inquirenti continuano il lavoro, affrontando l’ipotesi che Vincenzo sia morto per overdose. Disposta l’autopsia. La storia continua.

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