Omicidio di Alatri, verso la svolta: c'è un indagato
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Omicidio di Alatri, verso la svolta: c'è un indagato

Dopo il maxi blitz e le perquisizioni per scovare la pistola e lo scooter utilizzati dai due killer del 19enne Thomas Bricca, fonti investigative riferiscono di almeno un indagato.

Omicidio di Alatri, verso la svolta: c'è un indagato
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25 Febbraio 2023 - 11.10


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L’inchiesta sull’omicidio di Alatri prosegue e al momento è più difficile del previsto anche se molti dei testimoni hanno chiaramente indicato coloro che potrebbero essere gli assassini.

Ma servono le prove.

Dopo il maxi blitz e le perquisizioni per scovare la pistola e lo scooter utilizzati dai due killer del 19enne Thomas Bricca, fonti investigative riferiscono di almeno un indagato. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Frosinone e condotta dai carabinieri e il riserbo resta massimo.

Le indagini

 Bricca è stato ucciso da uno sparo al volto la sera del 30 gennaio all’esterno di un bar, di fronte a decine di testimoni. Sono diverse le persone a dichiarare di conoscere i responsabili del delitto. Si tratta di due fratelli di 22 e 24 anni, che nei giorni precedenti erano venuti alle mani con il gruppo della quale faceva parte il presunto vero bersaglio dei proiettili esplosi: un 21enne di origine marocchina, che ha confermato la tesi degli inquirenti.

La dinamica

 Lo scambio di persona sarebbe stato determinato dal fatto che Thomas Bricca indossasse un giubbino bianco, proprio come il bersaglio originario dell’agguato. Nessuno ha potuto vedere in faccia gli assassini, i cui volti erano coperti da casco integrale e che sono riusciti a fuggire in pochi attimi. Le scarse immagini delle videocamere di sorveglianza non hanno fornito certezze e le prime 48 ore di indagini, di solito decisive per casi di questo tipo, non hanno portato i risultati sperati.

Il maxi blitz e le perquisizioni

 Il maxiblitz scattato il 20 febbraio ha visto impegnati i carabinieri nella zona delle “Fraschette”, un’area dove ci sono ancora i resti di un campo di internamento di epoca fascista. È lì, tra i ruderi dei capannoni, che i militari hanno concentrato la loro attenzioni, in cerca dell’arma che potrebbe definitivamente dare l’accelerata decisiva alle indagini. Si tratterebbe di una pistola a tamburo. Ipotesi compatibile con il fatto che non siano stati trovati bossoli sul luogo dell’omicidio. I carabinieri hanno passato al setaccio l’intera zona anche con l’ausilio di un’elicottero e di unità cinofile. Contemporaneamente sono scattate anche le perquisizioni nei confronti di alcune persone ritenute coinvolte con l’omicidio. Si tratterebbe degli stessi individui che, a un paio di giorni dalla morte di Thomas, si presentarono in caserma dai carabinieri per chiarire la loro posizioni e fornire un alibi. Gli stessi che sono stati accusati dai testimoni oculari.

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