Ilva: i genitori di un bimbo malato di leucemia fanno causa allo Stato
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Ilva: i genitori di un bimbo malato di leucemia fanno causa allo Stato

Causa civile contro lo Stato dai genitori di un bambino di 5 anni residente al rione Tamburi di Taranto affetto da leucemia, malattia che i genitori ritengono connessa alle emissioni nocive dello stabilimento ex Ilva.

Ilva: i genitori di un bimbo malato di leucemia fanno causa allo Stato
Ilva di Taranto
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5 Gennaio 2023 - 18.21


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Stato colpevole dei tanti casi di cancro? È di oltre un milione e mezzo di euro la richiesta di risarcimento danni presentata in una causa civile contro lo Stato dai genitori di Jacopo, un bambino di 5 anni residente al rione Tamburi di Taranto affetto sin da tenerissima età da leucemia, malattia che essi ritengono connessa alle emissioni nocive dello stabilimento ex Ilva.

Oggi si è svolta la prima udienza dinanzi al Tribunale civile di Lecce, che si è chiusa con un rinvio al 20 aprile prossimo per consentire alle parti di fornire ulteriori prove. Il giudice Antonio Barbetta ha chiesto ai legali che hanno promosso l’azione civile di indicare i testimoni e depositare documentazione a sostegno della tesi dell’esposizione del bambino ai fattori inquinanti.

«Vogliamo giustizia per le sofferenze di nostro figlio» afferma la mamma di Jacopo. E il papà aggiunge: «non può uno Stato civile sacrificare la salute dei cittadini in nome della tutela del lavoro». I legali partono da una considerazione: i genitori del bimbo che ha contratto la grave malattia hanno sempre vissuto tra i rioni Tamburi e Paolo VI, in prossimità dell’acciaieria e, dunque, «sono stati esposti – puntualizzano – ad inquinanti leucemogeni, quali benzene e ipa, nel periodo del pre-concepimento».

Inoltre, si aggiunge in una nota a firma degli avvocati Anton Giulio Lana, Mario Melillo, Cosimo Portacci e Maria Immacolata Riso, «all’esito di uno studio condotto dall’Istituto superiore di sanità, il latte della madre di Jacopo è risultato, tra gli altri, contaminato da diossine, pcb e furani (tutte sostanze tossiche, tra cui un marker specifico dell’industria metallurgica quale il furano)».

Anche l’Onu, evidenziano ancora i legali, attraverso «due organi sussidiari che hanno effettuato visite nella città di Taranto nell’ottobre e nel dicembre 2021, hanno stigmatizzato il perdurare di una situazione di pregiudizio alla salute umana per l’intera popolazione residente nelle aree a rischio e hanno condannato l’inerzia dello Stato e la mancata attuazione dei piani di bonifica». I

ntanto, resta sempre caldo il fronte della vertenza di Acciaierie d’Italia. Per protestare contro l’ultimo decreto che destina ulteriori risorse all’azienda in crisi di liquidità e ripristina lo scudo penale, i sindacati Fiom, Uilm e Usb hanno organizzato una manifestazione con gli enti locali a Roma per il 19 gennaio, proprio nel giorno del vertice convocato dal ministro Urso.

Lo sciopero, inizialmente previsto per il 10 gennaio, slitta al 18 gennaio a partire dalle 23 e fino alle 7 del 20 gennaio. È stato lanciato inoltre un referendum tra i lavoratori per conoscere il loro pensiero sull’ultimo decreto e sull’opportunità o meno di una ricapitalizzazione immediata da parte dello Stato. «Quello che chiediamo da tempo – ribadiscono le organizzazioni sindacali – è che ci sia un un cambio della governance e che i soldi pubblici siano utilizzati per un chiaro ed inequivocabile processo di transizione ecologica e sociale».

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