Manovra, sindacati in piazza: venerdì disagi in tutta Italia, ecco i vari appuntamenti
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Manovra, sindacati in piazza: venerdì disagi in tutta Italia, ecco i vari appuntamenti

Alle ore 10, a Roma, in piazza della Madonna di Loreto, intervento conclusivo del segretario generale della Cgil Maurizio Landini.

Manovra, sindacati in piazza: venerdì disagi in tutta Italia, ecco i vari appuntamenti
Una manifestazione della Cgil
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15 Dicembre 2022 - 10.56


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I sindacati scenderanno in piazza venerdì 16 dicembre mentre si tengono i vari scioperi, per protestare contro la manovra del governo Meloni. Le manifestazioni toccheranno undici Regioni: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio. 

Alle ore 10, a Roma, in piazza della Madonna di Loreto, intervento conclusivo del segretario generale della Cgil Maurizio Landini. La protesta  è cominciata il 12 dicembre: manifestazioni e scioperi  promossi da Cgil e Uil organizzati a livello regionale “per cambiare una manovra sbagliata e contro il lavoro, per rivendicare una manovra più giusta per le persone e più utile per il Paese”.

I sindacati chiedono di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro, di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai Ccnl un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali, di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo.

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Una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività, la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà, la rivalutazione delle pensioni, risorse per l’istruzione e la sanità, la cancellazione della legge Fornero con l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.

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