Suicidio assistito, un 44enne tetraplegico denuncia l'azienda sanitaria: aspetta una risposta da 20 mesi
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Suicidio assistito, un 44enne tetraplegico denuncia l'azienda sanitaria: aspetta una risposta da 20 mesi

Antonio ha presentato due diffide e due denunce verso la Azienda Sanitaria delle Marche, oltre ad una lettera di messa in mora e diffida ad adempiere al Ministro della Salute Roberto Speranza e alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia. 

Suicidio assistito, un 44enne tetraplegico denuncia l'azienda sanitaria: aspetta una risposta da 20 mesi
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30 Giugno 2022 - 15.43


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E’ doveroso raccontare la storia di “Antonio” – nome di fantasia per rispetto della privacy – un 44enne marchigiano tetraplegico dal 2014, che ha nuovamente denunciato la Asur Marche. Dopo 20 mesi dalla sua richiesta di accesso al suicidio assistito e dopo 3 mesi dalla conclusione di tutte le visite mediche previste, Antonio è, infatti, ancora in attesa di una risposta dalla Azienda sanitaria regionale. 

La nuova azione legale, spiega l’associazione, arriva a seguito della diffida ad adempiere indirizzata all’ASUR Marche lo scorso 6 maggio, a cui la stessa ASUR non ha fatto seguito. Dalla data dell’invio della richiesta di suicidio assistito (2 ottobre 2020) ad oggi, Antonio ha presentato due diffide e due denunce verso la Azienda Sanitaria delle Marche, oltre ad una lettera di messa in mora e diffida ad adempiere al Ministro della Salute Roberto Speranza e alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia. 

Inoltre ha ottenuto un’ordinanza del tribunale di Fermo a seguito del procedimento d’urgenza instaurato contro l’ASUR Marche. L’Azienda sanitaria è stata infatti obbligata a procedere alla verifica delle condizioni e all’individuazione delle modalità di autosomministrazione e del farmaco. Le verifiche sono state effettuate e si sono concluse il 4 aprile 2022. «È inaccettabile che dopo quasi 3 mesi dal completamento delle verifiche, ancora nessuna comunicazione è stata trasmessa ad Antonio che continua ad attendere risposte, ormai da anni», hanno dichiarato Filomena Gallo e Francesca Re dell’Associazione Luca Coscioni insieme a Giordano Gagliardini, co-difensori di Antonio, «Nonostante il precedente storico di «Mario», Federico Carboni, abbia dimostrato che l’accesso al suicidio medicalmente assistito è possibile e segue un iter preciso, i ritardi e le inadempienze della ASUR continuano. 

Inoltre, abbiamo appreso per le vie brevi dal Comitato Etico Regionale delle Marche, che i pareri all’ASUR Marche sono stati completati ed inviati il 16 giugno scorso. Nonostante questo, l’azienda sanitaria non informa Antonio sugli esiti dei pareri. Continui ritardi che contribuiscono all’aggravamento delle sofferenze dei malati». «La storia di Antonio – continua Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – dimostra come sia fondamentale prevedere tempi certi nell’ambito del percorso di morte assistita, passaggio che la legge oggi in discussione in Parlamento neppure menziona. In assenza dei dovuti emendamenti migliorativi, che con l’Associazione Coscioni abbiamo proposto per una buona legge sul fine vita, l’attuale testo farebbe fare un passo indietro rispetto ai diritti conquistati insieme a tanti malati e recentemente applicati grazie al coraggio di «Mario», Federico Carboni». 

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