L'Osservatore Romano: "Nessun dubbio morale sulla vaccinazione"
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L'Osservatore Romano: "Nessun dubbio morale sulla vaccinazione"

Un dibattito molto sentito in ambienti cattolici, perché le linee cellulari usate per creare i vaccini derivano da un aborto volontario del 1973

L'Osservatore Romano: "Nessun dubbio morale sulla vaccinazione"
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7 Febbraio 2022 - 18.05


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Don Alberto Carrara, sacerdote dei legionari di Cristo e professore di Antropologia filosofica e Neuroetica, in un articolo sull’Osservatore Romano ha ribadito la “moralità” dei vaccini: “Recentemente a livello nazionale ed internazionale si è tornato a discutere sulla liceità morale dell’utilizzo dei vaccini anti-Covid-19″ scrive sul quotidiano del Vaticano, ricordando come, in particolare, “alcuni esponenti del mondo cattolico a livello italiano e statunitense hanno persino ventilato un’apparente dicotomia tra la linea chiara assunta con responsabilità da Papa Francesco, anteponendola alla Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede del 21 dicembre 2020”.

La Nota cui don Carrara fa riferimento riguarda un punto molto dibattuto in ambienti cattolici, ossia il fatto che “per produrre alcuni dei vaccini anti-Covid (come AstraZeneca e Johnson&Johnson) sono state impiegate nella fase di sperimentazione e sviluppo due note linee di cellule embrionali umane ottenute da aborti volontari, mentre i vaccini sviluppati da Moderna e Pfizer non utilizzano linee di cellule fetali nella loro progettazione e produzione, ma si impiega la linea HEK-293 solo nei test di conferma in laboratorio”.

Ma, come ha dichiarato l’ex Santo Uffizio, “il fatto poi di utilizzare e modificare e poi nel tempo di acquistare per scopi di ricerca le linee cellulari derivanti da quelle prime cellule renali embrionali non implica affatto alcuna cooperazione con coloro che perpetrarono quell’aborto iniziale”.

L’articolo dell’Osservatore Romano entra nel dettaglio della discussione per spiegare che “chi oggi utilizza le HEK-293 non coopera materialmente nemmeno indirettamente e remotamente con quel concreto male che fu l`aborto del 1973”: in primo luogo, “come ben evidenzia l’antropologo e bioeticista Ramón Lucas Lucas ‘allo stesso modo, il prelievo di un organo da una persona assassinata e il suo trapianto in un’altra persona non implica di per sé la cooperazione con l’autore dell’omicidio'”.

In secondo luogo, “come ben raffigurato dal professor Richard K. Zimmerman, esperto di vaccini anti-influenzali e membro del CDC (Centers for Disease Control and Prevention), ‘l’associazione indiretta con un’azione passata conclusa può essere inevitabile. Ad esempio, guidare su una strada originariamente costruita con il lavoro degli schiavi può essere difficile da evitare in alcuni luoghi'”.

Infine, “ricordiamo che le suddette linee cellulari sono comunemente usate per diverse fasi di testaggio ed implementazione di farmaci che tutti noi utilizziamo senza alcun dilemma morale (almeno credo): dalla comunissima aspirina, all’ibuprofene, da diversi farmaci anti-ipertensivi, sino a quelli per l’Alzheimer”.

E dunque, è la conclusione, “non vi è alcun conflitto all`interno dello stesso Magistero di Papa Francesco, dall’altra, che le obiezioni ai vaccini anti-Covid mosse sul piano della liceità morale non si sostengono. Questo spiega alcuni dei motivi che hanno sostenuto la scelta di Papa Francesco e del Papa emerito Benedetto XVI di vaccinarsi”.

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