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Covid tra i bambini: ospedali pieni di figli di non vaccinati

È quanto emerge dal rapporto degli ospedali sentinella di Fiaso, Federazione Italiana Aziende Sanitarie Ospedaliere.

Covid tra i bambini: ospedali pieni di figli di non vaccinati
Ricoveri pediatrici

globalist Modifica articolo

22 Dicembre 2021 - 16.49


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Se i bambini erano stati in gran parte risparmiati durante la pandemia, sembra proprio che questa fase li stia coinvolgendo in maniera preponderante. Ma ora anche loro hanno l’arma del vaccino e l’unico modo per metterli al riparo da effetti del Covid che ancora non si conoscono, è bene che i genitori li vaccinino al più presto come raccomandano tutti i pediatri.

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La percentuale di ricoveri pediatrici raddoppia e sale del 96%. Sono tutti bambini non vaccinati e tra i piccoli pazienti la metà ha genitori non vaccinati. È quanto emerge dal rapporto degli ospedali sentinella di Fiaso, Federazione Italiana Aziende Sanitarie Ospedaliere.

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La rilevazione effettuata in data 21 dicembre riguarda in tutto 21 strutture sanitarie ospedaliere e 4 ospedali pediatrici. Dunque negli ultimi giorni aumentano sensibilmente i contagi tra i più piccoli, dati che, a differenza di quanto in precedenza riscontrato nelle prime tre ondate, vedevano i bambini piccoli e piccolissimi “risparmiati” in buona misura dal contagio.

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“Presso l’istituto Giannina Gaslini di Genova nella settimana 14-21 dicembre si è registrato in assoluto il maggior numero di nuovi ricoveri da inizio pandemia”, afferma il direttore generale Renato Botti. “Anche i nostri dati confermano quanto emerge dagli ospedali sentinella riguardo alla prevalenza dei casi di ricovero nella fascia di età 0-4 anni, e all’elevata percentuale di genitori non vaccinati.

Analizzando più nel dettaglio i dati per fascia di età nel territorio ligure e confrontandoli con l’incidenza di tutte le nuove positività riscontrate – prosegue Botti – emerge come l’incidenza di nuovi casi nella fascia di età 0-4 anni abbia nelle ultime settimane ormai superato quella della popolazione generale nel suo complesso. Nella popolazione 5-18 anni l’incidenza di nuove positività è più che doppia rispetto alla popolazione generale”.

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Nei reparti ordinari i pazienti non vaccinati ammontano al 53% ma nell’ultima settimana si è assistito all’aumento del 16,7% dei “no vax” contro una riduzione del 2% di vaccinati. I dati su un totale di 1.301 pazienti adulti che conferma il trend di crescita delle ospedalizzazioni pari al 7%. Netta la differenza di età fra vaccinati e non: i primi hanno in media 73 anni, i secondi 63 anni ovvero 10 anni in meno.

Maggiori anche le comorbidità fra i vaccinati (73%), fra i non vaccinati, invece, il 50% dei ricoverati non soffriva di altre patologie.

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“Siamo di fronte a due epidemie: una che corre e riguarda i “no vax” che finiscono in rianimazione e sviluppano forme gravi della malattia da Covid; una più lenta che coinvolge i vaccinati, per lo più persone di età avanzata e con gravi patologie pregresse, e che non hanno ancora fatto la terza dose – commenta il Presidente Fiaso Giovanni Migliore -.

Questo evidenzia ancora di più l’importanza della vaccinazione nella protezione dalla malattia e in particolare l’anticipazione della terza dose per i fragili.

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Il report degli ospedali sentinella evidenzia come anche i minori possano essere colpiti dal virus e finire in ospedale: per chi ha più di 5 anni è necessario vaccinarsi, per i bambini fino a 4 anni, invece, l’unica protezione che possiamo offrire è quella di chi li circonda e in particolare dei genitori. Vaccinarsi significa proteggere se stessi e proteggere gli altri”.

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