Aumentano i migranti morti ma scompaiono le notizie
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Aumentano i migranti morti ma scompaiono le notizie

Sono i dati del rapporto asilo 2021 della fondazione Migrantes, organo pastorale della conferenza episcopale italiana (Cei). Il documento, giunto alla sua quinta edizione, è stato presentato a Roma.

Aumentano i migranti morti ma scompaiono le notizie
Migranti morti in mare
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

17 Dicembre 2021 - 12.36


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Quei due rapporti vanno letti in sequenza. Perché raccontano la realtà e come essa viene narrata e, travisata, silenziata da una stampa mainstream. Nel 2020 in Europa, nonostante la pandemia di Covid-19 e il conseguente peggioramento del divario fra i paesi ad alto reddito e quelli più poveri, “si sono registrati meno arrivi “irregolari” di rifugiati e migranti (- 12 per cento rispetto al 2019) e meno richiedenti asilo (crollati di ben un terzo)”. E’ quanto emerge dal rapporto asilo 2021 della fondazione Migrantes, un organo pastorale della conferenza episcopale italiana (Cei). Il documento, giunto alla sua quinta edizione, è stato presentato a Roma.

Sempre più minori non accompagnati, molti spariscono

Aumenta il numero dei minori che raggiungono l’Italia sulle rotte dei migranti senza essere accompagnati da un familiare. Aumenta anche il numero di quelli che, una volta inseriti nel circuito dei centri di accoglienza, fanno perdere le proprie tracce. Si tratta spesso di bambini al di sotto dei dieci anni.

“I minori stranieri non accompagnati (MSNA) presenti e censiti in Italia alla fine di settembre 2021; erano 5.979 alla stessa data del 2020 e dunque sono cresciuti del 62%” si legge nel dossier “Il diritto d’asilo” che la Fondazione Migrantes dedica alle condizioni dei richiedenti asilo in Italia e in Europa.

Si tratta “di 9.385 ragazzi e bambini (97%) e 276 ragazze e bambine (3%). Sono soprattutto bangladesi, tunisini, egiziani, albanesi, pakistani, ivoriani, guineani, somali, eritrei e afghani”. Uno su tre è accolto in Sicilia; seguono Friuli-Venezia Giulia (il “terminal” italiano della rotta balcanica), Lombardia e Puglia.

In aumento gli sfollati per disastri ambientali

In aumento gli sfollati a causa dei disastri ambientali. Lo rileva sempre il rapporto di Migrantes che spiega che il 37% è la percentuale di aumento della presenza nel mondo di sfollati da disastri ambientali alla fine del 2020, sette milioni, rispetto alla fine del 2019, 5,1 milioni, quando l’Idmc (International displacement monitoring centre) ha stimato questo indicatore per la prima volta.

Trenta milioni: sempre nel 2020, è il numero di nuovi sfollati da disastri ambientali legati a eventi meteorologici (cioè il 98% di tutti i nuovi sfollati da disastri): cicloni, uragani, tifoni e altri tipi di tempesta, inondazioni, incendi boschivi, siccità, smottamenti e temperature estreme. È l’indicatore oggi più affidabile per quantificare, almeno parzialmente, il fenomeno degli “sfollati ambientali” da cambiamento climatico. Sono 216 milioni, secondo il Groundswell report 2021 della Banca mondiale, il numero dei migranti forzati che si potrebbero verificare all’interno dei Paesi di sei macro-regioni del mondo a causa del cambiamento climatico entro il 2050, soprattutto in Africa e Asia.

Questo, secondo il rapporto, lo scenario prevedibile se non si realizzeranno efficaci iniziative di contrasto al mutamento climatico e per lo sviluppo. “Ma se si iniziasse oggi – rileva Migrantes – a ridurre le emissioni di gas serra, a sanare sperequazioni nello sviluppo, a ripristinare ecosistemi vitali e a supportare l’adattamento delle popolazioni, la previsione di 216 milioni potrebbe ridursi dell’80%, a ‘soli’ 44 milioni di persone”.

Nel 2021 aumentati i morti in mare: 1559 in 11 mesi

Nel 2021 la stima del numero di migranti morti e dispersi nel tentativo di raggiungere l’Europa sia attraverso il mediterraneo che l’oceano atlantico è aumentata rispetto all’anno precedente. I dati ai primi di novembre di quest’anno sono già superiori a quelli del 2020: si tratta di almeno 2460 persone contro circa 2350.

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“Ai primi di novembre 2021 la stima (minima) dei migranti morti e dispersi nel mediterraneo ha già superato il totale del 2020, 1.559 Contro 1.448”, Si legge nel documento. “Lo scenario di questo ‘nuovo’ disastro umanitario, circondato dalla sostanziale indifferenza degli stati europei e dell’Ue – prosegue il testo – è soprattutto il settore del mediterraneo centrale, sulla rotta che conduce verso l’Italia e Malta, dove sempre ai primi di novembre 2021 si contano già più di 1.200 Morti e dispersi, contro i 999 di tutto il 2020”.

Nel rapporto, giunto alla sua quinta edizione, si aggiunge: “è impressionante anche il quadro che emerge dalla rotta atlantica verso le isole canarie, territorio spagnolo: oltre 23mila gli arrivi nel 2020 contro i 2.700 Dell’anno precedente (nove volte tanti) e numeri ancora in crescita nel 2021. Ma nel periodo si è moltiplicato anche il tributo di morti e dispersi in mare: quasi 900 quelli di cui si è avuta notizia nel 2020, il quadruplo rispetto al 2019, e già altri 900 quelli del 2021 (dato ai primi di novembre)”.

Ricollocamenti in Ue: solo l’11% di tutti i richiedenti esaminati

Troppo pochi i ricollocamenti in Europa, aumentano i casi in cui viene accordata la protezione speciale (ma siamo lontani da cifre ritenute soddisfacenti). “Nel 2020, che ha visto le prime due ondate di Covid-19 si è più che dimezzato, rispetto all’anno precedente, il numero di richiedenti asilo esaminati dalle Commissioni territoriali: da 95.060 mila a 42.604”, si legge nel documento,

“Il 2021 vede per la prima volta, malgrado ostacoli e difficoltà, una certa consistenza del riconoscimento della nuova protezione speciale (3.241 riconoscimenti fra gennaio e 24 agosto, pari all’11% di tutti i richiedenti esaminati). Ma si è ancora molto lontani dai valori che, negli anni fra il 2015 e il 2018, otteneva la protezione umanitaria abolita dal primo “decreto sicurezza” del ’18 (dal 21% al 25% di tutte le decisioni)”. Sempre nel 2021, prosegue, “ottengono un esito positivo in Commissione territoriale il 40% circa dei richiedenti protezione, contro il 24% del 2020 e il 21% del 2019. Se negli ultimi tre anni il riconoscimen-to dello status di rifugiato copre solo l’11-12% dei richiedenti esaminati, è aumentata l’incidenza della protezione sussidiaria, dal 7% del 2019 al 18% del 2021”.

Riforma Ue inutile e pericolosa

Il patto europeo su immigrazione e asilo presentato dalla commissione europea nel settembre 2020 si presenta come una “non riforma, non solo inutile ma oltremodo pericolosa”.
Stando all’analisi del patto elaborata dagli autori del rapporto, “l’obiettivo principale” dell’intesa “è quello di gestire con un unico approccio qualsiasi pressione migratoria sugli stati membri. In questa nuova ottica – proseguono quindi gli animatori del documento – la nozione di solidarietà assume un significato non più legato a una condivisione delle responsabilità nella gestione di un sistema d’asilo comune regolato da precise normative, ma piuttosto le sembianze di iniziative politiche imprecisate e però ben finalizzate a ostacolare o impedire l’accesso dei rifugiati in europa”. La proposta della commissione, secondo quanto si legge nel report, “stravolge, ridicolizzandola, la nozione di solidarietà, e dà forza a coloro che non vogliono alcuna effettiva equa ripartizione delle responsabilità”.

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“Mai come quest’anno si è assistito a una contraddizione così scandalosa e stridente tra le parole di Papa Francesco e le immagini che vediamo alle porte dell’Europa: da una parte l’enciclica ‘Fratelli tutti’ e le dichiarazioni per la Giornata internazionale del rifugiato 2021, dall’altra la violenza lungo la rotta balcanica, le navi con le persone appena salvate tenute fuori dai porti, i migranti bloccati al confine tra Bielorussia e Polonia, tenuti a distanza con idranti e lacrimogeni”. Così il segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), monsignor Stefano Russo, nel corso della conferenza di presentazione del Rapporto asilo 2021 della Fondazione Migrantes, un organismo pastorale della Cei.

Il presule ha ricordato il recente viaggio del Pontefice a Cipro e in Grecia, durante il qualeil Santo padre si è recato anche a visitare i migranti bloccati sull’isola di Lesbo, e ha rilanciato le parole di Papa Francesco sui muri alle frontiere. E’ tramite l’abbattimento di “muri e fili spinati” e la “creazione di ponti e legami”, ha detto monsignor Russo citando il Papa, che “si costruiscono pace e giustizia”.

Notizie ai margini

Dell’altro rapporto dà conto su Nigrizia.it Jessica Cuginini: “Le migrazioni non fanno più notizi. La pandemia le ha oscurate. Lo straniero, l’altro – come afferma il politologo Ilvo Diamanti, durante la presentazione del 9° rapporto di Carta di Roma, Notizie ai margini – oggi è il virus. «Uno straniero senza volto, che non arriva dal mare, ma che viene trasportato da noi. E incute paura». Non più la narrazione di moltitudini di genti che sbarcano (loro), ma moltitudini di genti che veicolano (noi). I dati diffusi dal rapporto raccontano di un calo di notizie significativo nel 2021: solo 660 gli articoli a tema migratorio pubblicati in prima pagina dai quotidiani. Un calo significativo, il 21% in meno, rispetto a un anno, il 2020, che già aveva registrato un declino del tema  nell’intera agenda dei notiziari, dedicata in maniera massiccia all’emergenza causata dal Covid-19. Con un solo, importante, distinguo: il quotidiano Avvenire, che tiene alta la bandiera non solo delle notizie in prima pagina (203), ma anche dei termini utilizzati per raccontare le migrazioni: non solo rifugiato, profugo, ma persona. Persona migrante. Un modo di scrivere che, spiega Marco Tarquinio, direttore della testata, vuole essere «più che un’operazione di coraggio, un’operazione di resistenza umana, di resistenza civile»; perché, «nel momento in cui si cerca di spersonalizzare i migranti, i giornalisti devono sentire il dovere di opporsi, in modo pesante, a un fare diffuso, anche quando cala l’attenzione. È questo che consente alle persone di percepire ciò che da tempo non sembra più scontato: ci troviamo davanti all’umanità».

Non solo l’attenzione verso il tema, Tarquinio rivendica la scelta di svirgolettare le frasi odiose: «non posso da cronista non riportarle, ma posso non fare i titoli con quegli slogan, togliere il diritto di parola a chi deforma l’informazione sui migranti. Il fatto che qualcuno le dice non legittima a fare i titoli, a rilanciare. Vorrei che gli anni 20 di questo secolo fossero diversi da quelli del secolo scorso».

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A seguire Avvenire, per le aperture in prima pagina, sono: La Stampa (123), Il Giornale (122) che registra il primato dei titoli allarmistici (34,5%), Repubblica (95), Il Fatto quotidiano (65) e il Corriere della sera (62). La prima parte del rapporto è infatti dedicata ai quotidiani italiani, in cui si registrano, tra gennaio e ottobre 2021, 4.101 titoli su 94 testate. Il numero più esiguo degli ultimi 9 anni. Un titolo ogni 13 persone salvate, racconta il ricercatore dell’Osservatorio di Pavia, Giuseppe Milazzo. Si registra un picco di articoli a tema migratorio durante l’estate, in concomitanza con la presa di potere dei talebani in Afghanistan. Per il resto, l’agenda mediatica cartacea tocca il tema per parlare di flussi (58% degli articoli) e di accoglienza (22%), legata soprattutto però al caso Mimmo Lucano e al modello Riace. Anche nei telegiornali televisivi di prima serata si assiste a un calo della notiziabilità del tema migratorio. Un calo del 24%, che vede anche i politici parlare meno di migrazione; un tema che entra in misura minore degli anni precedenti, anche durante il tempo delle campagne elettorali.

Con due dati che rimangono preoccupanti: il tema della criminalizzazione dei migranti cala nella stampa cartacea, mentre sale nella televisione; permane l’abitudine all’utilizzo di termini impropri per riferirsi alle persone migranti. Clandestino, ad esempio, continua a essere un termine ampiamente diffuso. Con un utilizzo più elevato in testate come LiberoLa VeritàIl Giornale.

Altro dato che Notizie ai margini riporta come costante e non positivo è l’accesso ai media da parte delle persone migranti e rifugiate: in tv solo il 6%. «Spesso – racconta Milazzo – rimangono protagonisti senza voce. Si dibatte su di loro ma non insieme a loro. Nei casi in cui la percentuale di ospiti invitati è superiore, comunque non si ricorre alle competenze delle persone di origine straniera». «Il fulcro delle notizie 2021 torna nell’alveo dell’Europa: Unione europea è la parola simbolo, quella più frequente – conclude il ricercatore dell’Osservatorio di Pavia –. Unione europea come luogo di approdo, transito o chiusura e simboleggiato da confini, frontiere e muri». Un’Europa che tiene ai margini, pur diventando notizia”.

Così stanno le cose. Male, molto male.

Il lascito del Presidente

“Le crisi in atto hanno generato lo scorso anno, secondo le Agenzie delle Nazioni Unite, un incremento del fenomeno migratorio, che ha raggiunto un livello che supera i 280 milioni di essere umani, mentre i profughi, nello stesso periodo, hanno superato gli 82 milioni di persone. È evidente che non possiamo chiudere gli occhi, ripiegarci su noi stessi, ma dobbiamo avere il coraggio di raccogliere le sfide, elaborando congiuntamente soluzioni all’altezza degli impegni liberamente assunti a livello internazionale”. Ad affermarlo è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale il Corpo diplomatico per gli auguri di fine anno. E’ il lascito di un Presidente che non ha dimenticato i fondamenti etici dell’Europa e che ha ancora a cuore solidarietà e inclusione.

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