La moglie racconta la morte dell'ex direttore ucciso al bancomat: "L'ho visto crollare davanti a me"
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La moglie racconta la morte dell'ex direttore ucciso al bancomat: "L'ho visto crollare davanti a me"

Il 69enne Giovanni Caramuscio è stato ucciso durante una rapinai: "Ho cercato di aiutarlo a rialzarsi. Ma lui era ormai morto"

Il luogo dell'omicidio a Lecce
Il luogo dell'omicidio a Lecce
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18 Luglio 2021 - 16.52


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Una tragedia raccontata da chi non ha potuto fare nulla per aiutare il marito, aggredito e ucciso ieri sera da due malviventi.

“Ho visto Giovanni crollare a terra, sono corsa verso di lui, ho cercato di aiutarlo a rialzarsi. Ma lui era ormai morto. Non ci credevo, lì davanti a me. E non ci credo ancora adesso”. 

Parla così la moglie di Giovanni Caramuscio, 69enne funzionario di banca in pensione, ucciso ieri.

Ha tentato di opporsi a due rapinatori che lo hanno aggredito a tarda sera mentre stava prelevando contanti da uno sportello bancomat.

Uno dei due era armato con una pistola e ha sparato colpendolo due volte al torace. E’ morto davanti agli occhi della moglie che lo stava aspettando a pochi passi.

Il fatto accaduto in un paesino vicino Lecce, Lequile dove la coppia aveva trascorso la serata in compagnia di parenti e stava per rientrare a casa, nella vicina Monteroni. I carabinieri sono riusciti in poche ore ad identificare uno dei due presunti aggressori. Quello che avrebbe sparato con una pistola Beretta calibro 9.

Si tratta di Mecaj Paulin, albanese, di 31 anni, accusato di omicidio in concorso con un’altra persona non ancora identificata.

La pistola usata , che aveva la matricola cancellata, è stata recuperata nella sua abitazione, dove l’uomo è stato bloccato mentre tentava di disfarsi dei vestiti usati nella rapina.
A lui si è arrivati anche grazie al racconto di un testimone che ha visto una persona, subito dopo la rapina, gettare in un pozzo poco distante una busta. I militari hanno recuperato l’involto scoprendo che si trattava di parte degli indumenti usati dai rapinatori.

I carabinieri sono poi rapidamente risalititi a Paulin che abita poco distante dal pozzo e che è stato sorpreso in casa in evidente stato di agitazione.

Aveva tagliato da una maglietta, presumibilmente quella usata nella rapina, il logo stampato sul petto. Si cerca ora di identificare il complice.
Grazie alle telecamere di sicurezza la scena dell’aggressione è stata ricostruita rapidamente. Prima della mezzanotte, quando l’uomo si è avvicinato allo sportello bancomat, due uomini con i volti coperti da mascherine e il cappuccio calato sul capo sono sbucate dall’ombra e lo hanno aggredito alle spalle.
Minacciandolo con la pistola hanno cercato di costringerlo a prelevare il massimo del contante possibile, ma l’uomo ha reagito.
E’ stata la moglie della vittima a raccontare ai carabinieri le drammatiche fasi dell’omicidio che è avvenuto nel centro del paese, allo sportello bancomat della filiale di via San Pietro in Lama del Banco di Napoli. Nel tentativo di sottrarsi all’aggressione, Caramuscio ha spintonato uno dei rapinatori facendogli perdere l’equilibrio, mentre l’altro, armato con una pistola, ha sparato diverse volte raggiungendolo con due colpi mortali al torace. Entrambi sono poi fuggiti a piedi.
Il magistrato di turno Alberto Santacatterina ha disposto l’autopsia che sarà eseguita la prossima settimana .

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