Abusi e violenze sessuali sui migranti: il fallimento della cooperazione Italia-Libia raccontata da Amnesty
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Abusi e violenze sessuali sui migranti: il fallimento della cooperazione Italia-Libia raccontata da Amnesty

In un rapporto pubblicato oggi Amnesty International chiede esplicitamente all'Italia e agli altri Stati Ue di "sospendere la collaborazione" con Tripoli

Abusi sui migranti libici
Abusi sui migranti libici
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15 Luglio 2021 - 10.35


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Un rapporto che ci apre gli occhi e ci fa male, anche se era facile prevedere una violenza nascosta.

I “raccapriccianti abusi”, tra cui le violenze sessuali, compiuti sui migranti intercettati nel Mediterraneo e riportati con la forza nei centri di detenzione libici evidenziano le orribili conseguenze della cooperazione in corso tra Europa e Libia su immigrazione e controllo delle frontiere.

Lo denuncia Amnesty International in un rapporto pubblicato oggi e in cui chiede esplicitamente all’Italia e agli altri Stati Ue di “sospendere la collaborazione” con Tripoli.

“Gli abusi nei centri di detenzione in Libia sono andati avanti senza sosta durante i primi sei mesi del 2021, nonostante le ripetute promesse di affrontarli”, dichiara Amnesty. Il rapporto punta il dito contro il Direttorato libico per la lotta alla migrazione illegale (Dcim), legato al ministero dell’Interno, che “da fine 2020 ha legittimato gli abusi integrando sotto la sua struttura due nuovi centri di detenzione, dove in passato centinaia di rifugiati e migranti sono stati fatti sparire dalle milizie”. 

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Le strutture a cui si fa riferimento sono Shara’ al-Zawiya a Tripoli e Al-Mabani; in quest’ultimo sono stati riportati oltre 7mila migranti nei primi sei mesi del 2021. 

In uno di questi centri, i sopravvissuti hanno raccontato che le guardie stupravano le donne e le costringevano ad avere rapporti sessuali in cambio di cibo o della loro libertà. 

Intanto, “le autorità libiche hanno promosso coloro che ragionevolmente erano sospettati di aver commesso tali violenze, il che comporta il rischio di vedere riprodurre gli stessi orrori”, ha dichiarato Diana Eltahawy, vice direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa. 

La Ong per i diritti umani accusa di “complicità gli Stati europei che “hanno continuato in modo vergognoso ad assistere la Guardia costiera libica nel catturare persone in mare e nel riportarle con la forza nel passaggio infernale della detenzione in Libia, nonostante siano noti gli orrori che lì si perpetrano”.

Alla luce di questo, Amnesty chiede esplicitamente all’Italia e agli Stati Ue di “sospendere la cooperazione con la Libia” in materia di immigrazione e alle autorità libiche di “chiudere tutti i centri di detenzione immediatamente e interrompere la detenzione di migranti e rifugiati”.

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