Il ragazzo che ha denunciato i genitori: "A 17 anni posso andare in discoteca, ma non decidere sulla mia salute
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Il ragazzo che ha denunciato i genitori: "A 17 anni posso andare in discoteca, ma non decidere sulla mia salute

Parla il minorenne che si è ribellato alla decisione dei genitori no vax che gli hanno vietato di fare il vaccino

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23 Giugno 2021 - 11.37


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Il ragazzo di 17 anni che ha denunciato i genitori “no vax” ha spiegato le motivazioni di tale gesto. “Alla mia età sono libero di sballarmi in discoteca ma non di avere voce in capitolo su questioni come la mia salute. È assurdo che io non possa partecipare a una decisione tanto importante.
Alla fine quando sei un ragazzo l’ultima parola è dei genitori anche se tu non sei d’accordo”. 
Raggiunto tramite Gianni Baldini, presidente della sezione di Firenze dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, il ragazzo racconta la sua situazione familiare. “Sono figlio unico. La mia famiglia è unita. I miei genitori hanno un bel lavoro, sono laureati, ma sono anche no-vax convinti. Ritengono che il vaccino sia pericoloso, infatti non sono vaccinati e vogliono impedire a me di farlo” afferma.
Il ragazzo racconta che dopo il no dei genitori al vaccino si sentiva “frastornato”. Solo dopo ha scelto di rivolgersi ad un legale. “Ho parlato con i miei amici e chiesto aiuto a scuola. Il legale dell’associazione proverà a farli ragionare. Ai miei non ho ancora detto che ho parlato con un avvocato – prosegue il ragazzo – Loro dicono che nessuno può obbligarli a vaccinarsi, perché i vaccini sono pericolosi, però vogliono costringermi a non farlo. A me sembra una contraddizione, per questo ho cercato un modo per convincerli. Anche alcuni miei compagni di scuola vorrebbero farlo ma non hanno ricevuto il permesso dalle famiglie”.
Il 17 enne si scaglia contro tutti coloro che pensano che i vaccini non siano del tutto sicuri. “Per me chi dice che non sono sicuri per via della sperimentazione troppo rapida dice una scemenza. Poi ognuno è libero di fare quello che gli pare, anche se proprio quelli che non vogliono imposizioni alla fine impongono le loro convinzioni agli altri, come nel caso dei miei genitori con me” commenta il ragazzo.
Il giovane racconta anche come ha vissuto questo anno e mezzo di pandemia. “La pandemia l’ho vissuta come i miei compagni di classe. Ho rinunciato a quasi due anni di uscite, gare, interrogazioni, recluso in casa davanti a uno schermo per parlare con gli amici, seguire le lezioni e giocare alla PlayStation. E basta, tutto qui. Prima del lockdown avevo anche una ragazza, ma non so più nemmeno come riavvicinarmi a lei – continua il ragazzo – Non posso stare con gli amici e non posso viaggiare con loro senza green pass. È come se non avessi un futuro”.

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