I medici di famiglia non vogliono firmare la green pass: "Non siamo ratificatori"
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I medici di famiglia non vogliono firmare la green pass: "Non siamo ratificatori"

Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale: "Rilasciamo attestati solo ai pazienti che abbiamo in cura"

Silvestro Scotti
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29 Aprile 2021 - 17.01


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Il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, nei giorni scorsi ha inviato una nota agli iscritti invitandoli a non rilasciare certificati dopo l’avvertimento del Garante della Privacy sui limiti del documento in materia di protezione di dati.

“I medici di famiglia non sono ratificatori di Green Pass. Né burocrati. E sono tenuti a rilasciare attestati solo delle attività che hanno svolto in prima persona o di cui hanno conoscenza documentata. Questo significa che se ho fatto un tampone antigenico o una vaccinazione è fuori discussione che io rilasci un attestato al mio paziente. Non posso certificare, però, ciò che non ho fatto”.

“Il Garante della privacy – ha continuato Scotti – conferma che quello che noi diciamo è assolutamente coerente. Io, come medico di famiglia, non posso rilasciare documenti che derivano da dati sanitari ottenuti da altri soggetti senza che questi abbiano avuto, a loro volta, una preventiva autorizzazione da parte del cittadino. Se il cittadino non ha dato il consenso all’Hub dove si è vaccinato come vengono diffusi i dati? Ricordo che il consenso firmato dai cittadini all’atto della vaccinazione è relativo alla pratica vaccinale non alla gestione dei dati”, spiega ancora Scotti che si domanda “per quale regione gli Hub vaccinali o gli ospedali, che dimettono i guariti, non dovrebbero rilasciare la certificazione? Perché i medici di famiglia dovrebbero essere scambiati per ‘impiegati dalla Asl’: siamo medici, certifichiamo i nostri atti, non quelli di altri”.

Per Scotti il fraintendimento “sta nella libera interpretazione di qualche direttore generale e di qualche assessore, perché la legge è chiaramente riferita al fatto che siamo coinvolti nel rilascio del Pass, ma quando siamo noi a fare gli atti medici che lo prevedono. Quando sono altre categorie di medici a vaccinare (o dimettere i guariti) sono loro che debbono rilasciare le certificazioni. E il garante della Privacy interviene a sostegno di questa ipotesi perché ha chiarito, con un avvertimento che il meccanismo lede la privacy del cittadino. I medici di famiglia, quindi, non possono partecipare a questo meccanismo che, tra l’altro, ci espone a rischi di ricorso”.

“Nella comunicazione che abbiamo diffuso agli iscritti del sindacato abbiamo chiarito solo questo ai colleghi: che la legge non ci chiede di fare tutti i Green Pass, ma solo le certificazioni di quanto facciamo noi e che sono dovute. E il Garante, con il suo avvertimento, evidenzia il rischio di eventuali sanzioni nei nostri confronti sui problemi di privacy”, ha concluso Scotti sottolineando che i medici di famiglia sono disponibili per il pazienti “a vaccinare, se ci danno i vaccini che in tutta Italia stiamo chiedendo a gran voce, a fare i tamponi e anche i Green Pass, ma solo per gli atti vaccinali di cui siamo direttamente responsabili”.

 

 

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