Il vescovo di Noto dopo la strage di migranti: "Passare da indifferenza a fraternità"
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Il vescovo di Noto dopo la strage di migranti: "Passare da indifferenza a fraternità"

Monsignor Antonio Staglianò: "La Chiesa pone segni, accogliendo i poveri del territorio e i migranti con reti di prossimità e presidi di legalità, e vuole essere segno di un'umanità fraterna"

Antonio Staglianò vescovo di Noto
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25 Aprile 2021 - 16.43


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Parole veramente da prendere in considerazione: “‘Fratelli tutti’ non è un semplice sogno del papa o di alcuni visionari. E l’unico futuro degno dell’umanità. Così, con tanti altri, mentre chiediamo all’Europa dei governanti di ripensare a una rinascita dalla pandemia nel segno dell’apertura alla famiglia umana e dell’attenzione ai più deboli, ci sentiamo tutti coinvolti per la nostra parte nell’esodo necessario dall’indifferenza alla fraternità”.


Lo ha detto Antonio Staglianò, vescovo di Noto e delegato Cesi per i migranti in seguito all’ennesima tragedia del mare con la morte di 130 migranti.
“La Chiesa per questo – aggiunge – pone segni, accogliendo i poveri del territorio e i migranti con reti di prossimità e presidi di legalità, e vuole essere segno di un’umanità fraterna. Le sue prese di posizione non sono dettate da ‘visioni politiche’, ma dall’urgenza del senso della giustizia del Vangelo”.

“Tantomeno – evidenzia il Vescovo di Noto – propongono ‘soluzioni tecniche’ alla politica, mentre non possono non fare appello alla coscienza di tutti, perché si resti umani e si consegni alle nuove generazioni un mondo bello e ospitale”.
Il vescovo di Noto Staglianò auspica infine “un’assunzione di responsabilità a operare, ad attivare processi educativi, a porre gesti concreti perché la preghiera giunga al cuore di Dio e da Dio venga benedetta, ascoltata ed esaudita”.
 “Sì – conclude – l’esodo che urge è il passaggio dall’indifferenza alla fraternità, per dare senso alla preghiera cristiana, diversamente alienante”.

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