I dati di Coldiretti: "Sono 35 mila gli indiani che lavorano nelle campagne italiane"
Top

I dati di Coldiretti: "Sono 35 mila gli indiani che lavorano nelle campagne italiane"

Il dossier statistico sull'immigrazione dell'Idos dopo la necessaria decisione del Ministro della Salute Speranza di vietare l'ingresso in Italia a chi è stato negli ultimi 14 giorni in India.

Indiani nelle campagne italiane
Indiani nelle campagne italiane
Preroll

globalist Modifica articolo

25 Aprile 2021 - 16.50


ATF

La decisione del ministro della Salute Roberto Speranza di bloccare l’ingresso in Italia a chi è stato nelle ultime due settimane in India penalizza soprattutto un settore: quello del cibo e dell’agricoltura, dove sono circa 35mila i lavoratori provenienti dal paese asiatico.

In molte realtà rappresentano una componente determinante per realizzare le grandi produzioni di qualità del Made in Italy, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti che ha collaborato all’elaborazione del Dossier statistico sull`Immigrazione dell’Idos.

La presenza dei lavoratori indiani è molto diffusa nel centro nord Italia nelle campagne e negli allevamenti da latte in Lombardia dove – sottolinea la Coldiretti – svolgono tra l’altro l’attività specializzata di bergamini per la mungitura delle mucche per la produzione dei grandi formaggi italiani.

Si tratta della comunità straniera più numerosa nelle campagne italiane dopo quella rumena e marocchina. In questo contesto la necessaria misura di prevenzione nei confronti del contagio rischia di aggravare le difficoltà nei campi italiani dove senza decreto flussi e proroga dei permessi di soggiorno rischiano di mancare quasi 50mila lavoratori in una fase delicata della stagione.

Leggi anche:  Cgil e Uil sabato 20 aprile in piazza a Roma: ecco tutte le informazioni sulla protesta per sanità e lavoro

A pesare sono i limiti al passaggio nelle frontiere disposti da molti Paesi per l`avanzare dei contagi – spiega Coldiretti – ma la situazione rischia di diventare ancora più drammatica se non verranno prorogati i permessi di soggiorno per i lavoratori stranieri presenti in Italia, in scadenza il 30 aprile prossimo.

Un problema che interessa oltre 30mila operai agricoli che potrebbero essere costretti a tornare nei propri Paesi proprio all`avvio delle attività di raccolta di frutta e verdura.

Il pericolo è la perdita delle produzioni in un momento in cui è importante assicurare l`approvvigionamento alimentare degli italiani pure per le difficoltà degli scambio commerciali.

Da qui la richiesta di Coldiretti di prorogare i permessi ma anche di accelerare nell`emanazione del Decreto Flussi 2021 che dovrebbero portare nelle campagne dello Stivale altri 18mila lavoratori extracomunitari.

Alle difficoltà per l’arrivo di manodopera straniera si aggiungono – continua Coldiretti – quelle burocratiche che ostacolano l`utilizzo dei lavoratori italiani.

Non è stata, infatti, prorogata nel 2021 la possibilità di lavorare nelle campagne per i percettori di ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza.

Leggi anche:  Cgil e Uil sabato 20 aprile in piazza a Roma: ecco tutte le informazioni sulla protesta per sanità e lavoro

Si tratta di contratti a termine non superiori a 30 giorni – spiega Coldiretti -, rinnovabili per ulteriori 30 giorni, nel limite di 2000 euro per l’anno 2020, che potrebbero rappresentare un’opportunità importante per i bilanci delle famiglie anche per la situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici.

Con una adeguata formazione e semplificazione l`agricoltura nazionale può offrire – conclude Coldiretti – ai cittadini in difficoltà almeno 200mila posti di lavoro che in passato erano affidati necessariamente a lavoratori stranieri stagionali.

Native

Articoli correlati