Il risultato dell'indagine del ministero della Salute sulla diffusione nel Paese delle nuove varianti
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Il risultato dell'indagine del ministero della Salute sulla diffusione nel Paese delle nuove varianti

Si sta valutando la presenza anche delle nuove varianti brasiliana e nigeriana oltre a quella inglese e sudafricana

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19 Aprile 2021 - 12.42


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Una circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore generale Prevenzione, Giovanni Rezza ha previsto che venga effettuata un’indagine allo scopo di individuare un’eventuale diffusione di varianti.

“Al fine di stimare la diffusione delle varianti” di coronavirus in Italia “è stata disegnata un’indagine rapida coordinata dall’Istituto superiore di sanità in collaborazione con le Regioni e Province autonome, e in particolare con i laboratori da queste ultime identificati. Questa valutazione prenderà in considerazione i campioni notificati il 20 aprile 2021, corrispondenti a prime infezioni, da analizzare tramite sequenziamento genomico”.
La nuova indagine rapida – coordinata dall’Iss con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e in collaborazione con il ministero della Salute – sonderà la prevalenza delle varianti che suscitano maggiore preoccupazione, le cosiddette Voc (Variant of concern), ossia quelle britannica (lineage B.1.1.7), brasiliana (P.1) e sudafricana (B.1.351) – si legge nella nota tecnica allegata alla circolare – ma anche altre varianti cosiddette Voi (Variant of interest), cioè una nuova variante brasiliana (P.2) e la nigeriana (B.1.525). L’obiettivo sarà “identificare, tra i campioni con risultato positivo per Sars-CoV-2 in Rt-Pcr, possibili casi di infezione riconducibili a queste varianti” nel nostro Paese.

“La dimensione campionaria per Regione/Pa è stata calcolata dalla Fondazione B. Kessler”, prosegue il documento tecnico, indicando la formula da usare e precisando che i campioni andranno scelti “in maniera casuale fra” quelli “positivi, garantendo se possibile una rappresentatività geografica e per fasce di età”. La nuova survey considererà “4 macro-aree: Nord Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia), Nord Est (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), Sud e Isole (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia)”.

“Tenendo conto del fatto che sul territorio circolano varianti con diverse prevalenze – recita l’allegato – si calcola che, con l’ampiezza campionaria scelta, sia possibile stimare prevalenze intorno a 1%, 10% o 50% con precisione rispettivamente intorno a 0,9%, 2,7% e 4,6% nelle 4 macro-aree considerate. Inoltre, seguendo il protocollo Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ndr) sul sequenziamento del Sars-CoV-2, con l’ampiezza campionaria scelta è possibile osservare in ogni macro-regione varianti che circolano fra lo 0,5% e il 1% con un livello di confidenza del 95%”. Le Regioni/Pa dovranno inviare i dati entro le 12 del 29 aprile.

 

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