Notizie che fanno venire i brividi, pensando a quello che ha passato e sta passando l’Italia per la pandemia.
”Perché il problema lo sai qual è? Che abbiamo trovato 140 morti mai comunicati”.
E’ il 30 dicembre del 2020 e la dirigente della Regione siciliana Maria Letizia Di Liberti, arrestata ieri nell’ambito dell’inchiesta sui dati falsificati sulla pandemia in Sicilia, parla al telefono senza sapere di essere intercettata. Un dato che andava comunicato. ”Ma no 140, 5 al giorno”, diceva spiegava Maria Letizia Di Liberti.
”Non è che ce ne possono comunicare… perché dovremmo intestarlo a tutte le aziende. Perché te l’ho detto, quelli che morivano a domicilio oppure nei pronto soccorso…”.
Tre mesi dopo, a marzo, spuntano altri morti ‘fantasma’. Oltre 180. E’ un altro retroscena che emerge dall’inchiesta della Procura di Trapani. Errore o scelta? Per i magistrati una scelta precisa. Forse per evitare nuove zone rosse.
Le intercettazioni dell’inchiesta hanno svelato oltre 40 comunicazioni false inviate dall’Osservatorio Epidemiologico dell’assessorato alla Salute all’Iss sulla situazione pandemica siciliana.
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