Sudafrica, morto il re degli Zulù Goodwill Zwelithini: una vita da film
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Sudafrica, morto il re degli Zulù Goodwill Zwelithini: una vita da film

Le cause sono legate al Covid ed al diabete. Deceduto il personaggio controverso, amato e contestato, che in mezzo secolo di storia reintrodusse la danza delle vergini a seno nudo e diede la caccia ai migranti

Goodwill Zwelithini, Re degli Zulu
Goodwill Zwelithini, Re degli Zulu
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12 Marzo 2021 - 16.46


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È deceduto all’età di 72 anni, per complicazioni legate al diabete, Goodwill Zwelithini, re degli zulu del Sudafrica, il principale gruppo etnico del paese.
”È con il massimo dolore che informo la nazione della morte di Sua Maestà il Re Goodwill Zwelithini … Re della nazione Zulu”, fa sapere il palazzo attraverso un comunicato firmato da Mangosuthu Buthelezi, un potente politico veterano che è anche un principe zulu. “Tragicamente, mentre era ancora in ospedale, la salute di Sua Maestà è peggiorata ed è successivamente deceduto nelle prime ore di questa mattina”
Un personaggio, quello del re, con il solo potere simbolo, ma comunque molto rispettato soprattutto nella regione del KwaZulu-Natal. Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, nel suo cordoglio, ha ricordato come Zwelithini fosse un “simbolo importante della storia, della cultura, del patrimonio”. 
Nato a Nongoma, nel nord est, Zwelithini venne nominato al posto di suo padre nel 1968, ma ricoprì la carica solamente nel 1971 in quanto si dovette nascondere per le numerose minacce di morte. Aveva 23 anni e si era in pieno apartheid, il momento più duro e drammatico per la storia nazionale. Durante questo mezzo secolo di governo, Zwelithini fu una figura rispettata e contestata alla stesso tempo. Nel 1980, aveva reintrodotto la “danza delle vergini”, dove per otto giorni alcune giovanissime zulu ballavano intorno al palazzo reale a seno scoperto. Una pratica che riguardava solamente alle vergini e bandita alle “impure”. Durante gli anni della sua reggenza definì gli immigrati delle “pulci” e “formiche”, colpevoli di aver generato “l’aumento dell’anarchia nel paese”. Ma le sue dichiarazioni xenofobe si allargarono anche agli omosessuali, definendoli “inaccettabili”, e si era detto a favore di punizioni corporali sugli studenti. 
Nel 2018, poi, si era scontrato anche con il governo nazionale che era intenzionato a ridistribuire le terre a favore dei contadini vittime dell’apartheid.  Lui, che era amministratore di 2,8 milioni di ettari di terreno – con una rendita annua di 3,8 milioni di euro – arrivò a minacciare “l’Inferno” qualora ciò fosse avvenuto. Lascia sei mogli e circa una trentina di eredi.

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